Abdellatif Kechiche - Foto Asac
| (08-07-2008) - LA GIURIA DEL PREMIO LUIGI DE LAURENTIIS PER LA MIGLIORE OPERA PRIMA Abdellatif Kechiche (Presidente), Alice Braga, Gregory Jacobs, Donald Ranvaud e Heidrun Schleef compongono la Giuria Internazionale per il Premio Luigi De Laurentiis per la migliore Opera Prima
Definiti i componenti della Giuria per il Premio Luigi De Laurentiis per la migliore Opera Prima della 65. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (27 agosto – 6 settembre 2008) diretta da Marco Müller e organizzata dalla Biennale di Venezia, presieduta da Paolo Baratta.
Il Presidente della Giuria sarà il regista tunisino Abdellatif Kechiche, che ha impresso, con soli tre film all’attivo, un segno indelebile nel cinema del terzo millennio, conquistando critica e pubblico. Nel 2000 a Venezia il cineasta è stato scoperto e premiato proprio con il premio per la miglior opera prima per il suo film d’esordio "Tutta colpa di Voltaire" (La faute à Voltaire) e, sempre alla Mostra, nel 2007 ha ottenuto la sua consacrazione internazionale grazie al successo di "Cous cous" (La Graine et le mulet), vincitore del Premio Speciale della Giuria e del premio per la miglior attrice emergente.
Gli altri componenti della giuria sono: la giovane attrice brasiliana, Alice Braga, affermatasi in pochi anni grazie a film latino-americani e produzioni indipendenti statunitensi; il regista e produttore statunitense di grande esperienza, Gregory Jacobs, legato al cinema di Steven Soderbergh con cui collabora da quindici anni; il poliedrico Donald Ranvaud (storico e critico, produttore e regista); Heidrun Schleef, sceneggiatrice di punta del cinema italiano d’autore dell’ultimo decennio.
La Giuria Internazionale per il Premio Luigi De Laurentiis per la migliore Opera Prima, assegnerà, fra tutti i lungometraggi di debutto presenti nelle diverse sezioni della Mostra, il Leone del Futuro - Premio Venezia Opera Prima Luigi De Laurentiis e 100.000 USD messi a disposizione da Filmauro di Aurelio De Laurentiis, che saranno suddivisi in parti uguali tra il regista e il produttore. Al regista andrà inoltre un buono di 40.000 Euro da spendere in pellicola offerto da Kodak.
Negli ultimi anni si sono aggiudicati questo premio: "Viaggio alla Mecca" (Le grand voyage) di Ismael Ferroukhi (2004), "13 - Tzameti" di Gela Babluani (2005), "Khadak" di Peter Brosens e Jessica Woodworth (2006), "La zona di Rodrigo Plá" (2007).
Note biografiche:
Abdellatif Kechiche – Presidente della Giuria – (Tunisi, Tunisia, 1960), si è dimostrato un regista capace di riflettere con sensibilità e umanità attorno ai problemi legati all’immigrazione e all’integrazione culturale nella società francese, raccontando la vita nel suo farsi quotidiano. Differenze di classe, matriarcato, eredità culturali, precariato, ruolo dell' educazione, crisi adolescenziali, scontro tra tradizione-modernità, tensioni razziali e battaglie generazionali sono i temi che s’incontrano nel mondo che racconta Kechiche senza mai cadere nei facili stereotipi e luoghi comuni del cosiddetto “cinema dell’integrazione”. Il suo uso del linguaggio cinematografico è, infatti, personale, nuovo e moderno e fa leva su uno stile di ripresa concitato grazie all’uso della macchina da presa a mano, posta ad una distanza ravvicinata dai volti dei personaggi. Con uno sguardo partecipe e commosso Kechiche sceglie, infatti, di mettere in primo piano la vita della gente comune, conducendo in modo naturale lo spettatore a vivere nelle vite dei suoi personaggi. I suoi protagonisti maschili, siano essi adolescenti, adulti o anziani, risultano spesso eroi perdenti e taciturni che si scontrano continuamente con l’illusione di “vivere nel migliore dei mondi possibili”, inadatti a risolvere situazioni all’apparenza semplici e incapaci di realizzarsi in una società ostile. Le donne, loquaci, più estroverse e spesso asfissianti, se non isteriche, sono spesso la vera forza motrice delle vicende. Il cineasta scruta con attenzione i loro volti e corpi, cogliendone la capacità di esprimere un’immediata e spontanea sensualità. Proprio attraverso la veridicità di dialoghi sinceri, schietti, a volte anche duri, l’autenticità di gesti e sguardi, l’immediatezza (ma non l’improvvisazione) caratteristici della recitazione dei suoi interpreti (inconsueta ma efficace mescolanza di attori professionisti e non), Kechiche restituisce la complessità e intensità della realtà al di là dell'artificio cinematografico.
Prima di passare alla regia Kechiche colleziona numerose esperienze come attore di teatro e di cinema. Debutta a teatro nel 1978 con Sans titre tratto da Garcia Lorca per la regia di Muriel Channey, seguito da Un balcon sur les Andes di Eduardo Manet. Nel 1984 debutta sul grande schermo come protagonista in Le thé à la menthe di Abdelkrim Bahloul. Da questo momento alterna ruoli cinematografici e teatrali. Nel 1984 grazie al ruolo da protagonista in Bezness di Nouri Bouzid ottiene il Premio d’interpretazione al Festival del Film Francofono di Namur (1992) e il Premio d’interpretazione al Festival di Damasco (1993). Nel 1991 collabora di nuovo con Bahloul in Un vampire au paradis. L’esordio dietro la macchina da presa avviene nel 2000 con Tutta colpa di Voltaire (La faute à Voltaire), vincitore del Premio Luigi De Laurentiis per la migliore Opera Prima alla 57. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica e, successivamente, di numerosi altri premi internazionali. Nella sua prima prova da regista, dando ampio rilievo all’indagine sociale, Kechiche affronta con impegno civile la difficile condizione degli emigrati magrebini, protagonisti anche del successivo La schivata (L'esquive, 2005). Questa volta il cineasta, pur rimanendo nella consueta ambientazione della periferia di Parigi, privilegia vicende adolescenziali e storie di innamoramenti che nascono attorno alla rappresentazione teatrale di un testo di Marivaux, spunto per una riflessione sulla vita e sulla società grazie al confronto con l’arte. Il film ottiene diversi riconoscimenti internazionali e 4 Premi César (miglior film, sceneggiatura, regia e rivelazione femminile). Nel successivo Cous cous (La Graine et le mulet, 2007), partendo da suggestioni autobiografiche, Kechiche continua il suo viaggio nella comunità magrebina in Francia, attraverso la storia di una famiglia di Sète (Marsiglia), divisa dalle tensioni e dalle piccole ripicche che allontanano sempre più i componenti, che ritrova però l’unità quando cerca di inseguire a tutti i costi il sogno del padre, lavoratore portuale distrutto dalla fatica che vuole aprire un ristorante, quasi fosse l’ultima possibilità per ritrovare l’armonia con se stesso e con gli altri. Il film conquista il pubblico e la critica alla 64. Mostra dove si aggiudica il Premio Speciale della Giuria, il Premio Marcello Mastroianni come Miglior rivelazione (alla giovane Hafsia Herzi) e il Premio Fipresci. Numerosissimi anche i riconoscimenti raccolti in Francia, tra cui 4 César come miglior film, sceneggiatura, regia e rivelazione femminile. Kechiche ha partecipato alla Mostra del Cinema anche nel 2002 come interprete de La Boîte magique di Ridha Behi.
Alice Braga (San Paolo, Brasile, 1983), giovane attrice brasiliana, in cinque anni è apparsa in quasi una dozzina di film, prima come volto del cinema latino-americano e poi attirando l’attenzione di numerosi registi statunitensi. Alice Braga, portoghese di origini, debutta sul grande schermo nel 1998 con Trampolim di Fiapo Barth, ma il grande pubblico e la critica la conoscono e l’apprezzano grazie alla sua emozionante interpretazione nel crime movie Città di Dio (Cidade de Deus, 2002) di Fernando Meirelles. Nel 2007 Braga ottiene un ruolo importante nel futuribile Io sono leggenda (I Am Legend) di Francis Lawrence, produzione hollywoodiana in cui recita al fianco di Will Smith. In seguito è nuovamente diretta da Fernando Meirelles in Blindness - Cecità (Blindness, 2008) film di apertura a Cannes, in cui si cimenta nel ruolo di una delle vittime del morbo oscuro che rende ciechi i personaggi creati dalla penna del premio Nobel José Saramago. In uscita nel 2008 è anche l’action Redbelt, presentato al Tribeca Film Festival e diretto da David Mamet. Di recente lavorazione è pure il multietnico Crossing Over di Wayne Kramer, in cui recita accanto a Harrison Ford e Sean Penn, mentre uscirà a inizio 2009 Reposession Mambo, diretto da Miguel Sapochnik, che la vede recitare accanto a Jude Law e Forest Whitaker.Oltre a comparire in produzioni americane indipendenti come Journey to the End of the Night (2006) di Eric Eason, in cui recita con Brendan Fraser, l’attrice viene diretta da numerosi registi brasiliani come Sérgio Machado nel drammatico Cidade Baixa (2005), Márcia Faria in Carandiru, Outras Histórias (2005, serie TV), Heitor Dalia nell’originale commedia O Cheiro do Ralo (2006), Jorge Furtado in Rummikub (2007), Lina Chamie in A Via Láctea (2007), oltre che dal messicano Carlos Bolado in Sólo Dios sabe (2006), presentato al Sundance Film Festival.
Gregory Jacobs (New Jersey, Stati Uniti, 1964), regista e produttore di grande esperienza, è legato al cinema di Steven Soderbergh da un lungo sodalizio artistico. Si forma alla New York University Film School e da studente comincia a lavorare come segretario di produzione e secondo assistente alla regia nel film Matewan (1987) del regista indipendente John Sayles, del quale in seguito diventa secondo assistente alla regia in Otto uomini fuori (Eight Men Out, 1988) e La città della speranza (City of Hope, 1991). Negli stessi anni lavora in molte produzioni come secondo assistente alla regia, fra cui anche Crocevia della morte (Miller's Crossing, 1990) dei fratelli Coen e Il mio piccolo genio (Little Man Tate, 1991), prima regia cinematografica di Jodie Foster. Nel ruolo di primo aiuto regista collabora spesso con registi importanti come John Schlesinger, Roland Joffé, Hal Hartley e Richard Linklater, ma è con Steven Soderbergh che dal 1992 avvia un lungo e profondo sodalizio, prima come assistente alla regia – ruolo che svolge in quasi tutti i lavori del film-maker da Piccolo, grande Aaron (King of the Hill, 1993) – poi come produttore (carriera iniziata nel 1995 producendo Prima dell’alba di Richard Linklater, film di culto premiato con l’Orso d’Argento a Berlino). La collaborazione con Soderbergh continua per altri nove film: Torbide ossessioni (The Underneath, 1995), Out of Sight (1998), L’Inglese (The Limey, 1999), Erin Brockovich (2000), Traffic, premiato con l’Oscar nel 2000, Ocean’s Eleven (2001), Solaris (2002) e rispettivamente nel 2004 e 2007 Ocean’s Twelve e Ocean’s Thirteen (dei quali Jacobs è anche produttore esecutivo). Oltre ad essere produttore esecutivo dell’ultima fatica di Soderbergh, Che, premiato al Festival di Cannes per l’interpretazione del protagonista Benicio del Toro, dal 2002 Jacobs è anche produttore di molti suoi film, fra i quali Full Frontal (2002) e Bubble (2005), presentati entrambi alla Mostra del Cinema rispettivamente nel 2002 e nel 2005, oltre che dell’episodio Equilibrium nel trittico collettivo Eros, diretto con Michelangelo Antonioni e Wong Kar Wai nel 2004, con cui quell’anno torna alla Mostra. Il più recente frutto di questo prolifico sodalizio è The Informant – attualmente in lavorazione - interpretato dal premio Oscar Matt Damon, diretto da Soderbergh e prodotto da Jacobs. L’amico Soderbergh è invece produttore quando nel 2004, Jacobs firma il suo debutto alla regia e alla sceneggiatura con Criminal, presentato a Venezia, dove riceve il plauso di pubblico e critica, che lo accolgono come uno dei titoli più interessanti di quell’anno. Nel 2007, per la sua seconda prova da regista si confronta con un genere differente dirigendo l’horror/thriller Wind Chill – Ghiaccio rosso sangue (Wind Chill, 2007).
Donald Ranvaud (Firenze, Italia, 1953), produttore, regista, storico e critico cinematografico, si laurea in Letteratura comparata all’Università di Warwick, dove inizia la sua carriera insegnando Letteratura Italiana, passando in seguito alla cattedra di Storia del Cinema dell’Università dell’East Anglia. Dal 1975 al 1986 fonda e dirige Framework, magazine sul cinema indipendente che nel 1980 diventa anche casa di produzione per documentari, molti dei quali da lui diretti. Sempre negli anni Settanta collabora come freelance con quotidiani e riviste di cinema, sia in Italia che in Gran Bretagna, (MFB, Sight and Sound, The Guardian, La Repubblica, Cahiers du Cinéma, e American Film). Regista di documentari per Channel Four e RAI Uno, realizza i ritratti di Paul Schrader, Raul Ruiz, Jian Cui, Laurie Anderson e David Mamet. Fra i titoli a cui lavora ci sono Sauve qui peut? Godard (1980), The Pen, the Sword and the Camera (1984), The Politics of Plenty (1984), Working Out: A Portrait of Raul Ruiz (1986), Pay the Price: Things Change for David Mamet (1987). Nel 1989 co-dirige con Antonino Bruschetta e Francesco Calogero il suo primo lungometraggio, Visioni Private, ironico racconto dei retroscena di uno sgangherato festival del cinema. Lo stesso anno, Ranvaud si dedica alla produzione avviando con Renee Goddard il Fondo europeo per la sceneggiatura (European Script Fund), che fornisce sostegno finanziario per la scrittura di sceneggiature e per la preproduzione nel campo della fiction per il cinema o la televisione. Come produttore, Ranvaud favorisce la diffusione delle cinematografie di molti paesi, come la Cina di Addio mia concubina (Farewell my Concubine, 1993), Life on a String (2002) e l’America Latina di Central do Brasil (1998), Tieta do Brasil (1996), Vagon Fumador (2001), Lavoura Arcaica (2001), Babilonia 2000 (1999), Madame Sata (2002) e Cidade de Deus (2002), quattro nomination all’Oscar nel 2004. Nel 2005 è alla Mostra del Cinema come produttore esecutivo di The Constant Gardener - La cospirazione (The Constant Gardener, 2005) di Fernando Meirelles, che l’anno seguente si aggiudica un Oscar per l’interpretazione di Rachel Weiz. Nel 2007 torna a Venezia producendo Cochochi, di Laura Amelia Guzmán e Israel Cárdenas, in concorso nella sezione Orizzonti, delicata storia del peregrinare attraverso la valle di Okochochi, nel Messico nord-occidentale, di due fratelli. Come presidente della Buena Onda e Chief Vision Officer, Ranvaud si dedica alla ricerca e al supporto di registi emergenti.
Heidrun Schleef (Melle, Germania, 1962), sceneggiatrice di punta nel panorama del cinema italiano d’autore dell’ultimo decennio, vanta una lunga serie di sceneggiature di grande successo, fra le quali spiccano numerose collaborazioni con alcuni dei migliori registi italiani: Mimmo Calopresti e Nanni Moretti, con cui ha lavorato più volte, Roberta Torre, Michele Soavi, Gabriele Muccino, Michele Placido e molti altri. Per loro, oltre a scrivere spesso soggetti, ha firmato la sceneggiatura: Riparo (2008) di Marco Simon Puccioni, Guido che sfidò le Brigate Rosse (2007) di Giuseppe Ferrara, L'Uomo di vetro (2007) di Stefano Incerti, Mare Nero (2006) di Roberta Torre, Arrivederci amore, Ciao (2006) di Michele Soavi, Solo cinque minuti (2006) di Filippo Soldi, Il Caimano (2006) di Nanni Moretti, La Spettatrice (2004) di Paolo Franchi, Te lo leggo negli occhi (2004) di Valia Santella, Ricordati di me (2003) di Gabriele Muccino, La felicità non costa niente (2003) di Mimmo Calopresti, Un viaggio chiamato Amore (2002) di Michele Placido, Come si fa un Martini (2001) di Kiko Stella, La Stanza del figlio (2001) di Nanni Moretti, Animali che attraversano la strada (2000) di Isabella Sandri, Preferisco il rumore del mare (2000) di Mimmo Calopresti, La parola amore esiste (1998) di Mimmo Calopresti, Giro di lune tra terra e mare (1997) di Giuseppe Gaudino, La Venere di Willendorf (1996) di Elisabetta Lodoli, La seconda volta (1995) di Mimmo Calopresti. Nella sua carriera Schleef ha raccolto svariati riconoscimenti e due Nastri d'Argento del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani: Miglior sceneggiatura per Ricordati di me e Miglior soggetto originale per La parola amore esiste. Sono ben tre i film attualmente in lavorazione basati su sue sceneggiature: Good Morning, Aman di Claudio Noce, La ragazza del secolo scorso (W.T.) di Stefano Mordini e La strategia degli affetti di Dodo Fiori.
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