FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA - VII edizione

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(13-11-2012) - Le fotografie di Simona Ghizzoni nel nuovo film di Alina Marazzi

Le fotografie di Simona Ghizzoni in Tutto parla di te il nuovo film di Alina Marazzi con Charlotte Rampling, Elena Radonicich, Valerio Binasco, in concorso per la categoria CineMAXXI al Festival Internazionale del Film di Roma 2012

www.tuttoparladite.it

Sarà presentato giovedì 15 novembre 2012 alle 21:30 presso la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica il nuovo film di Alina Marazzi, prodotto da Mir Cinematografica e Ventura film con Rai Cinema e RSI, che è stato realizzato grazie anche alla collaborazione di Contrasto. Il film, infatti, si avvale non solo del linguaggio di animazione, ma anche di quello della fotografia d’autore di Simona Ghizzoni che ha realizzato le fotografie originali della pellicola.

Come afferma la regista Alina Marazzi, “nella fase di ideazione e di costruzione dei diversi piani narrativi del film, sono stata ispirata dalle fotografie di Francesca Woodman che colgono figure fantasmatiche di donne intrappolate tra le mura spoglie di case abbandonate. Confrontandomi nella elaborazione di questo spunto con Roberto Koch, fondatore di Contrasto, sono venuta a conoscenza del lavoro fotografico personale di Simona Ghizzoni nel quale risuonano atmosfere ed echi perturbanti vicini alle immagini della Woodman. Con lei abbiamo pensato a una serie di situazioni e immagini con al centro una figura di donna isolata, a tratti sdoppiata e fuori fuoco, attraversata da stati emotivi profondi. Simona ha poi elaborato delle vere e proprie narrazioni fotografiche tradotte in scatti d’autore che sono entrati in stretto dialogo con la scrittura del film.”

Simona Ghizzoni ha realizzato le fotografie appositamente per Tutto parla di te commentando così la particolarità di questo impegno: “Uno degli aspetti più affascinanti di questo lavoro, e per me nuovo, è stato produrre una sequenza di immagini ispirate ad una sceneggiatura, utilizzare quindi un testo come punto di partenza per la costruzione delle storie. Questa commistione di linguaggi, che attraversa il film, ha dunque coinvolto anche il mio lavoro sin dal principio. Per una coincidenza, durante uno dei miei viaggi di lavoro, ho scovato una casa abbandonata nel centro storico di Cortona, una vecchia casa dei primi del Novecento. Una scala centrale in ferro battuto portava ai piani, ogni stanza era diversa dall'altra, diversi i pavimenti e il colore delle pareti, finestre grandi e una soffitta ancora piena di oggetti del passato. Ho immediatamente chiamato Alina.Durante il primo sopralluogo, ho scattato alcune fotografie e iniziato a costruirci sopra, con disegni e collage, la storia di una donna che si aggira sola e inquieta per le stanze, immagini poi confluite in una serie di bozzetti. Sulla base di questi, l'ottobre scorso mi sono "rinchiusa" per una settimana nella casa, lavorando ad una sequenza di autoritratti di prova, in cui la suggestione della sceneggiatura si mischiava alle suggestioni di quella casa. Ho lavorato poi sugli aspetti tecnici, ovvero sul come rendere reali le immagini evanescenti che avevo visualizzato. Danzavo davanti all'obiettivo in una complessa coreografia, contando i tempi e i passi. Infine è stato il turno di Elena, che mi ha raggiunto e ha posato per me, dando luogo così agli scatti finali.”

TUTTO PARLA DI TE. sinossi del film
Pauline (Charlotte Rampling) torna a Torino - sua città natale - per la prima volta dopo molti anni e riprende contatto con Angela (Maria Grazia Mandruzzato), conosciuta all’estero tempo prima, e che ora dirige un Centro per la maternità. Qui Pauline intraprende una ricerca sulle esperienze e i problemi delle mamme di oggi, a partire da testimonianze, video, fotografie raccolti da Angela. Tra le mamme che frequentano il Centro c’è Emma (Elena Radonicich), una giovane danzatrice, bella e sfuggente, in crisi profonda: non sa come affrontare le responsabilità cui la maternità la costringe, vede la sua vita a un punto fermo, si sente sola e incapace.
Tra le due donne si sviluppa un rapporto di complicità che in un gioco di rispecchiamento porterà Pauline a fare i conti con il proprio tragico passato e permetterà a Emma di ritrovare un senso di sé anche nella sua nuova identità di madre.

“Gli scatti fotografici nel film rappresentano una sorta di visualizzazione simbolica degli stati d’animo di Pauline, visioni progressive che la donna rielabora allorquando mette in relazione il passato della vicenda di sua madre con il presente di Emma, la giovane madre.”

Alina Marazzi



13/11/2012

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