<b>Foto © Ottavia Da Re</b> CLAUDIA CARDINALE, UNA LEONESSA NELLO ZOO DI VETRO

Abbiamo incontrato Claudia Cardinale, protagonista al Teatro Toniolo di Mestre dello spettacolo di Andrea Liberovici "Lo zoo di vetro" tratto da uno dei drammi più intensi di Tenessee Williams, spettacolo che la porterà nei teatri italiani fino a metà aprile. Madre apprensiva e "tiranna" in scena, anima palpitante e voce tagliente che detta il ritmo di un "dramma della memoria" di grande impatto visivo e simbolico, si trasforma in una materna narratrice per incontrare ed entusiasmare il suo pubblico a poche ore dallo spettacolo che l'ha vista applauditissima interprete, e raccontare come ha attraversato la storia del cinema, diventandone protagonista assoluta, senza divismi o false celebrazioni, di come ha "esordito" a teatro pochi anni fa, rimettendosi in gioco ancora una volta, per tornare a Venezia, legata da un filo sottile ad una città che nel 1957 la portò in gondola incontro al suo destino...

Un personaggio molto forte, quello di Amanda Wingfileld. Quanto c'è di Claudia Cardinale nella madre-padrona de "Lo zoo di vetro"?
Molto poco. Io non sono assolutamente Amanda, non sono possessiva come lei. Ho sempre dato molta libertà ai miei due figli. Claudia a diciassette anni viveva già da sola e mio figlio a vent'anni viveva già a New York. Quindi sono molto diversa dalla protagonista. Però mi diverte molto il fatto di riuscire a trasformarmi in un'altra persona, risultando credibile.

Lo spettacolo ha una "mise en scène" molto particolare che crea un rapporto particolare con il pubblico
Quello che mi piace molto di questo allestimento è soprattutto il "velo" che abbiamo davanti, che il regista ha deciso di far scendere sul palco per marcare il fatto che siamo isolati dal resto del mondo, e per proiettare alcune immagini attraverso un procedimento cinematografico. Mentre il narratore è fuori, noi rappresentiamo il suo incubo. Mi ha aiutato molto questo aspetto, e trovo che sia molto suggestivo. Devo dire la verità: mi piace l'originalità, le cose noiose non mi divertono. Mi piacciono soprattutto le difficoltà. Perciò questo spettacolo mi eccita molto.

Sul grande schermo è stata diretta dai più grandi registi. Oggi a teatro è diretta da un regista giovane e talentuoso come Andrea Liberovici. Com'è nato questo sodalizio artistico?
Al Teatro Goldoni, due anni fa, ho avuto modo di assistere lo spettacolo "Urfaust" diretto da Andrea. Mi è piaciuta molto la sua capacità di far interagire, musica, suoni e immagini in scena e da lì abbiamo iniziato a collaborare assieme ad alcuni progetti.

Tra cui una pièce su Eleonora Duse...
Sì, un progetto molto complesso su un personaggio affascinante. Ma poi abbiamo deciso di affrontare il soggetto de "Lo zoo di vetro" e ci siamo concentrati su questo spettacolo.

Avete abbandonato l'idea di portare in scena la vita della grande attrice?
Sai, io devo essere convinta di certe idee, devono entusiasmarmi, sono un po' difficile. Al momento, questo progetto si è arenato. Ma non si può mai dire...

Oggi con quale regista vorrebbe lavorare?
Io non chiamo mai nessuno, che mi cerchino loro...

E fra le attrici di oggi?
Olga, che ho qui accanto, con cui lavoro benissimo! (dice indicando la co-protagonista dello spettacolo "Lo zoo di vetro", Olga Rossi)

Della tv, cosa le piace?
Guardo solo il telegiornale.

Cosa le dà invece il teatro?
Quello che mi arricchisce quando recito è sentire il respiro della gente.

Qual è il ruolo a cui è più legata?
Tutti! Non ce n'è uno in particolare che preferisco. I personaggi che ho interpretato mi appartengono tutti. Ho avuto la fortuna di essere diretta dai più grandi maestri che mi hanno dato dei ruoli bellissimi.

Lei è stata anche "La Venexiana", diretta da Scaparro, spettacolo portato poi in tv da Squitieri. Quanto si sente veneziana Claudia Cardinale?
Molto. Ho un rapporto incredibile con Venezia. Possiamo dire che la mia carriera è iniziata qui. Nel 1957 vinsi il concorso della più bella italiana di Tunisi e venni premiata con un viaggio alla Mostra del Cinema...Il primo viaggio fuori dall'Africa è stato a Venezia.

Dove ha avuto anche il suo primo incontro con il cinema
Non solo. Appena arrivata, attraversai il Canal Grande e la prima persona che incrociai in gondola fu Alain Delon. Che poi sarebbe stato il mio Tancredi ne "Il Gattopardo" di Luchino Visconti. Se pensi che il primo film che ho visto è stato "Le notti bianche" (Leone d'Argento alla Mostra del '57 ndr)...Anni dopo, nel 1993, ricevetti anche il Leone d'Oro alla Carriera. E con "La Venexiana" nel 2000 è iniziata anche la mia carriera teatrale.

Si vede che era destino...
ho sempre creduto molto nel destino...

E nel suo, c'era una Venezia in bianco e nero che l'avrebbe traghettata nel mondo del cinema, trasformandola in una star.

Foto Ottavia Da Re & Lorenzo Bellese. Tutti i diritti sono riservati

Intervista a cura di: Ottavia Da Re


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