Intervista a Giuliana De Sio: Sono un’attrice, la prima esigenza è quella di interpretare

Intervista esclusiva con Giuliana De Sio al cinema in "Ci vediamo a casa" di Maurizio Ponzi.
"Con Maurizio (Ponzi ndr) abbiamo fatto nove film fra cinema e televisione. Abbiamo fatto vari generi, anche il teatro. La prima cosa che abbiamo fatto insieme è stata Hedda Gabler (1980) di Ibsen in televisione, avevo ventitre anni. Lì nacque il nostro rapporto di amicizia oltre che professionale. Poi abbiamo fatto un film insieme, Chiara e lo scuro (1982) ed eravamo già molto amici. Quello è stato un film che ci ha cambiato la vita, a tutti e due. Anche l’ultimo film in cui ho recitato prima di dedicarmi alla televisione era diretto da Maurizio: A luci spente (2005), un film bellissimo".

Un rapporto trentennale quello fra Giuliana De Sio e il regista Maurizio Ponzi che l’ha diretta anche nello sceneggiato televisivo "Il bello delle donne". Un rapporto che come dice la De Sio va al di là del set...
"Io e Maurizio siamo molto amici e abbiamo condiviso cose ben più importanti dei film. Di Maurizio ho ricordi più forti in luoghi che non erano dei set. Questo non vuol dire che non siano stati importanti i rapporti professionali però diciamo che molto spesso i rapporti sono più profondi fuori dal set. Il nostro è un rapporto che continua, duraturo, quando Maurizio mi chiamerà io ci sarò sempre per molti motivi che vanno aldilà della professione".

In "Ci vediamo a casa" Ponzi le ha affidato il ruolo di una mamma, si dice le attrici bellissime non accettino facilmente questo ruolo. Cosa ne pensa?

"Ho l’età per fare la mamma, perché non dovrei farla? Non ho il fisico ma ho l’età! Anche se il corpo mi segue bene io ho un’età per cui potrei tranquillamente avere un figlio di venticinque anni. Quindi siccome anagraficamente lo potrei avere e il pubblico lo sa, lo faccio. Poi io sono un’attrice, la prima esigenza è quella di interpretare."

Il personaggio che interpreta ha molte sfumature e contraddizioni che lo rendono esilarante.

"Sì, il mio è un personaggio originale perché è una fricchettona fuori tempo che di fricchettone ha poco. Vive ancora questa forma di mitologia dell’India, del peace and love, però al tempo stesso è una razzista. È un personaggio estremamente contraddittorio, per questo mi diverte."

Lei concorda con questa visione rigenerante dell’India?

"Mah… io in India ci sono stata una sola volta, mi ha affascinata terribilmente ma non ne sono tornata né vestita di arancione, né con il guru al seguito. Sono soltanto tornata da un viaggio."

Ritrova in questo film Giulio Forges Davanzati con cui ha fatto Il laureato a teatro. Lo vede maturato come attore?

"Insieme abbiamo fatto adesso anche L’onore e il rispetto in televisione. Giulio cresce, io l’ho preso dall’Accademia, gli ho fatto fare il suo primo lavoro in assoluto che era Il laureato e da quel momento non si è più fermato. Per me è un motivo di orgoglio perché mi diverte tirar fuori degli attori, è la cosa più divertente che ci sia."

Nei mesi scorsi alcuni giornali scandalistici si interrogavano sul vostro rapporto. Non teme il pettegolezzo?

"Ma che mi frega? Non è che non tema il pettegolezzo, io non temo niente! Mi fa ridere, ci ha fatto ridere a tutti e due questa storia."

(immagini tratte dal film "Ci vediamo a casa" di Maurizio Ponzi)

07/12/2012

Intervista a cura di:


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