I guardiani della notte
Arriva dall’ex Unione Sovietica questo prodotto horror abilmente confezionato e spacciato ad ovest come capolavoro del nuovo cinema sovietico, la risposta dell’est alla trilogia del Sgnore degli anelli, il bene ed il male in un innovativo confronto e cosi via…
Trattasi di tipica "pietanza" d’oltre cortina dove più cose vengono sminuzzate e servite calde meglio è, e se spesso il risultato lascia un buon sapore, questo "Nochnoy Dozor" latita di originalità, palesando similitudini ahimè con i già inflazionati Constantine, Blade e la trilogia de l’Ultima Profezia.
Dominato da una magnifica fotografia (probabilmente lenti sferiche di chissà quale "concettualità aereospaziale") di Sergei Trofimov e dagli credibili effetti speciali digitali e ottici, al punto da aver suscitato ai suoi tempi l’interesse dell’autorevole rivista di settore American Cinematographer (per poi declinare qualsiasi intervista stile guerra fredda), "I guardiani della Notte", pur mantenendo un look interessante finisce per incanalarsi su un binario scontato quanto convenzionale tipico dell’ultimo "cinema dell’orrore".
Resta una buona pellicola sicuramente per appassionati del genere, non per chi sta cercando il nuovo Andrei Tarkosvky (Solaris, 1972), dove regna comunque l’abile regia di Timur Bekmambetov e una buona dose di credibilità recitativa negli attori ingaggiati, un certo impegno che lo differenzia da qualsiasi altro prodotto del genere di diversa origine (sia estremo Est che estremo Ovest) che lascia comunque ben sperare per i due sequel in cantiere e già annunciati.
Fabio Pirovano
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