Crash - Contatto fisico

Un film discriminante, razzista?
Forse un film che ricorda "Magnolia" di Paul Thomas Anderson…
Ma sarebbe troppo facile definirlo così.
Un film sulla vita, così piena di ingiustizie, incomprensioni e di compromessi…Sarebbe, forse è, più corretto spiegarlo in quest’ottica…D'altra parte essere intolleranti non comporta anche un modo, presente NON in modo univoco e comune, di vivere secondo la propria volontà e di agire in tal senso, ovviamente senza cadere in facili strumentalizzazioni?
Si discrimina anche quando si sceglie di andare al cinema (con tutte le “conseguenze” che poi possono comportare certe scelte…). Questo film richiede di andare oltre alle apparenze legate a palesi differenze di cultura che portano a discriminazioni e aberrazioni; e in questo contesto, proprio il “libero arbitrio”, sembra diventare parente stretto di un’intolleranza al limite del razzismo.
"Crash", diretto da Paul Haggis, nomination all'Oscar per la sceneggiatura di Million Dollar Baby, cerca di portare avanti questo concetto mantenendosi sul filo, dove l’equilibrio è fondamentale ma alquanto precario, tra libero arbitrio (ed intervento divino) e razzismo, perché, che ci piaccia o no (mai proverbio fu più azzeccato in questo film) “chi la fa l’aspetti” o, come disse il profeta Osea, “chi semina vento raccoglierà tempesta”.
E allora prendi Los Angeles, la città delle mille luci, delle mille culture e subculture, la città degli angeli, e tra i segni e i sogni disseminati in ventura blvd e il Mulholland Drive dove accadono “incroci” e miracoli tutti i giorni nascono storie che si scontrano, “crashano” nella solitudine di se stessi…se ci siete stati e non siete troppo cinici capirete ciò che sto dicendo.
Con un budget di 6 milioni di dollari questo film ne ha incassati quasi 70 (primo miracolo) e probabilmente otterrà diverse nomination ai prossimi Oscar compresa quella per la bella fotografia in Super 35, beneficiando, nonostante il budget limitato, degli effetti in post al Digital Intermeditate (usando Nucoda Film Master System) di Michael J.Muro (Jim Muro) noto operatore steadycam di registi come Michael Mann e Oliver Stone, al suo secondo lavoro dopo Open Range di Kevin Costner.
Splendidamente accompagnato dalle musiche di Mark Isham (che si fonde in pieno con le immagini) altra chiave narrativa del film, "Crash" vi toccherà l’anima, restando ammaliati dalle performance di divi ridotti a paga sindacale, fattore questo assolutamente ininfluente sulle performace, come quella del bravissimo Matt Dillon (il poliziotto Jack Ryan), o dei coprotagonisti Michael Pena (Daniel), Don Chedle (detective Graham Waters) e Sandra Bullock (Jean Cabot).


Fabio Pirovano

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