Previsto per il 18 ottobre l’atteso ritorno di Silvio Soldini con "Il comandante e la cicogna".
"Il comandante e la cicogna" ha il sapore di un’occasione mancata. Silvio Soldini, due ottimi sceneggiatori e un cast che comprende i migliori attori italiani, poteva essere una combinazione vincente. Invece ci si è limitati a fare il solito film italiano, simile ad una sterminata serie di pellicole viste negli ultimi anni. Crisi, disoccupazione, precariato, malcostume, sembrano essere diventati gli argomenti salvagente per chi vuole fare un film. Se fosse uno qualunque ad andare a parare su questi argomenti si potrebbe anche comprendere, ma è inaccettabile lo faccia Soldini.
Il film racconta uno spaccato di vita nella società contemporanea. C’è Leo (Valerio Mastandrea), idraulico con due figli adolescenti a carico, diviso fra il lavoro e le incombenze di casa, dove la stravagante moglie Teresa (Claudia Gerini) compare e scompare. Poi c’è Diana (Alba Rohrwacher), l’artista sognatrice e squattrinata che affronta quotidianamente le difficoltà economiche e a fatica paga l’affitto ad Amanzio (Giuseppe Battiston). Quest’ultimo ha lasciato il lavoro per dedicarsi ad un nuovo stile di vita, girovaga per la città assumendosi il ruolo di moralizzatore sociale. Leo e Diana si incontrano da Malaffano (Luca Zingaretti), un avvocato strafottente e truffaldino. Leo capita nel suo studio quando scopre che la figlia, suo malgrado, è protagonista di un video hard. Diana, invece, per necessità economiche si presta ad affrescare una parete dello studio, assecondando le strambe richieste dell’avvocato.
Tutto ciò accade in una città emblema del nostro tempo, sotto lo sguardo attento delle statue di Garibaldi, Leopardi, Verdi, che dai loro piedistalli commentano le sorti di un’Italia allo sbando. Nonostante ciò qualcuno continua a sperare: come Elia (Luca Dirodi), il figlio minore di Leo, che insegue il volo di una cicogna, simbolo di rinascita. Una rinascita che arriverà anche per Leo e Diana.
Tecnicamente trovo che il film sia girato molto bene, la fotografia è ottima, la regia di Soldini è dinamica ma non eccessivamente esibita. Le riprese dei dialoghi fra le statue – difficili da rendere in quanto soggetti immobili – sono ben riuscite e articolate. L’uso del digitale è discreto e adoperato in maniera intelligente. Il lato negativo sta piuttosto nella trama vera e propria, non racconta niente di nuovo e quello che racconta lo fa in maniera piuttosto stereotipata. In particolare i personaggi sono delineati in maniera convenzionale e questo viene accentuato dall’uso del dialetto, diverso per ogni personaggio a seconda della provenienza. Alla pellicola spetta comunque una buona visibilità in quanto è distribuito in 250 copie. Auguriamoci non sia l’ennesimo spreco di energie che andrebbe a confermare che il cinema italiano al botteghino non incassa. Nemmeno dopo essere passato ai Festival, ma questa è un’altra storia.
DATA DI USCITA: 18 ottobre
Durata: 108 min.
Distribuzione: Warner Bros. Pictures
Nazionalità: Italia-Svizzera
Anno: 2012
Trailer: http://youtu.be/a7UDkBS9v-Y