Personal Velocity

Un gioiellino tutto al femminile

Lo splendido film di Rebecca Miller è composto da un trittico di episodi che mostrano donne alle prese con decisioni molto difficili da prendere, che si sofferma con delicata attenzione al modo in cui queste cruciali scelte di vita vengono prese. La Miller, regista e sceneggiatrice allo stesso tempo, definisce il suo secondo lungometraggio un "cocktail di scelte personali e destino, che insieme compongono quella che io chiamo la "velocità personale" di ognuno." E' proprio la combinazione questi fattori insieme alla propria storia, alla propria famiglia o ad un qualche elemento mistico, una sorta di mano invisibile che ci muove nel corso della nostra vita a dare vita a tre ritratti di donne moderne, segnate da un passato che ormai sta loro stretto, caratterizzate da un'istintuale voglia di cambiamento, che alla fine si dimostra una vera necessità per continuare a vivere. L'obiettivo di questo pellicola non sembra essere quello di indagare nello specifico le singole vicende particolari, quanto quello di sottolineare l'universale presente in esse: l'elemento comune che unisce le storie di Delia, Greta e Paula, la loro velocità personale che le identifica come esseri umani e le rende specchi nei quali molte spettatrici si possono veder riflesse in un qualsiasi momento della loro vita. Il tema, quindi, è la fuga, la partenza, ma anche l'inizio, il ritrovarsi, il capire veramente cosa si ha dentro, specialmente nella terza storia.
Azzeccatissime, toccanti e coinvolgenti le tre protagoniste, anche se Kyra Sedgwick, nel ruolo di Delia, è un passo avanti rispetto alle altre, il suo personaggio è attraente e sexy, ma allo stesso tempo molto duro, poiché toccata nel profondo dalla vita. Con una straordinaria interpretazione la comprimaria di Julia Roberts in Qualcosa di cui sparlare porta sullo schermo una donna che ha perso tutto, soprattutto il suo "potere", quel quid che l'ha resa speciale fino a qualche anno prima… e che forse le può dare una speranza per il futuro…
Più problematico, e forse per questo di minor impatto, è il personaggio di Greta, una giovane redattrice newyorkese dai grandi conflitti interiori, interpretata con sensibilità da Parker Posey. Greta è un misto di intellettualità ed emotività, è molto brava e rigorosa nel suo lavoro a tal punto da adottare le tecniche, con cui alleggerisce dal superfluo le bozze che corregge, alle persone che le stanno accanto, quando esauriscono la loro utilità. In apparenza calma e posata è in realtà spinta da ossessioni ed impulsi che pian piano la portano ad assomigliare a quel padre al quale non parla da anni ed a provare l'improvvisa necessità di liberarsi del bel maritini-soprammobile.
Infine il personaggio di Fairuza Balk, il più poetico, il più taciturno, ma non certo il meno espressivo: una ragazza confusa, in fuga da se stessa prima che dagli altri, che si rivela più generosa, aperta e materna di quanto non avrebbe mai immaginato di essere.
La scelta del digitale per la realizzazione del film si dimostra ben presto perfetta, poiché crea uno stile ed un aspetto più semplici ed intimi, che riflettono magicamente la vita interiore dei personaggi, enfatizzando al massimo la recitazione degli attori che quasi non s'accorgono della presenza della telecamera che indugia su di loro. Un altro aspetto interessante è il fatto che non solo questo è un film che parla di donne, ma anche è stato realizzato essenzialmente da donne, che per lo più avevano già lavorato insieme nel primo lavoro da regista della Miller, Angela :la direttrice della fotografia Ellen Kuras, la scenografa Judy Becker e la montatrice Sabine Hoffman.
Assolutamente ben fatto dal punto di vista tecnico, il film stupisce soprattutto per la componente umana ed emotiva di cui sono intrisi i tre episodi che, pur essendo ben distinti fra loro, sono legati da un tema comune che ha le fattezze di un incidente d'auto che accade all'inizio, in mezzo o alla fine delle tre storie stesse., una sorta di filo conduttore che le attraversa e che sta al pubblico capire come si ripercuote sulle singole vicende...


Marta Ravasio

Personal Velocity

Vai alla scheda del film

home news Ciak! Si gira... interviste festival schede film recensioni fotogallery vignette link scrivici ringraziamenti credits

Settimanale di informazione cinematografica - Direttore responsabile: Ottavia Da Re
Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Venezia n. 1514/05 del 28 luglio 2005
Copyright © www.quellicheilcinema.com. Tutti i diritti sui testi e sulle immagini sono riservati - All rights reserved.