Abandon - Misteriosi omicidi

Atmosfere noir per lo sceneggiatore premio Oscar per Traffic Stephen Gaghan, al suo esordio dietro la macchina da presa con il thriller psicologico dal titolo Abandon.
Accompagnato dalle note gravi ed avvolgenti delle musiche curate da Clint Mansell, insignite del Premio Speciale della Giuria Noir In Festival 2003, il film racconta le ansie e le pressioni emotive e psichiche che attanagliano Katie, brillante studentessa ad un passo dalla laurea con una tesi che non riesce a portare a termine, un susseguirsi di stressanti colloqui di lavoro da sostenere, un inquietante ricordo dell'ex ragazzo scomparso che sembra ossessionarla, e la compagnia di un detective in cerca di redenzione che fa di tutto per ritrovare la propria strada e aiutare Katie a riacquistare il suo equilibrio. Con maestria Gaghan crea fin dalle primissime scene una buona tensione drammatica che sale a mano a mano che emergono i segreti dei diversi personaggi e la vicenda s'arricchisce di spunti e rievocazioni hitchcockiani , con le ombre del passato che s'annidano ad ogni angolo di strada e che trascinano Katie così vicina al punto di rottura cha davvero lo spettatore inizia a temere per lei…
Purtroppo per noi, però, le ottime premesse non danno i frutti sperati e superata la mezz'ora, Abandon subisce un graduale ma inesorabile sfilacciarsi, comincia ad arrancare nel tentativo di mantener viva la suspance e d'aggirare i luoghi comuni e le soluzioni più ovvie. Nonostante il colpo di scena finale sia allettante e abbastanza spiazzante, va detto che non riesce in ogni caso a togliere allo spettatore la sensazione di aver visto un blockbuster dalle tinte noir per adolescenti molto curato nella fotografia di Matthew Libatique, che però non ha nulla a che spartire con il precedente lavoro di Gaghan, né per lo spessore né tanto meno per la tensione drammatica.
Sicuramente apprezzabili restano, tuttavia, le interpretazioni dei giovani protagonisti, in particolare Katie Holmes, che si dimostra abile, convincente e soprattutto intenzionata a scrollarsi di dosso l'immagine di brava ragazza di provincia dalla faccia pulita a che il grande pubblico della televisione ha principalmente associato al suo nome, tentativo già attuato in film come The Gift e In linea con l'assassino. Nella sequenza finale, addirittura, lasciati gli abiti da ansiogena laureanda e vestendone di molto simili a quelli di Maggie Gyllenhaal in Secretary, la Holmes sfoggia una determinazione ed un fiero guizzo nello sguardo degno di una dark lady della Hollywood anni Quaranta.
Il coprotagonista, Banjamin Bratt, che figurava anche nel cast di Traffic, da vita senza efficacia al personaggio fin troppo scontato di Wade Handler, un poliziotto dal problematico passato in cerca di una seconda chance a livello professionale, ma anche e soprattutto umano, mentre positiva anche se esageratamente sopra le righe è la prova di Charlie Hunman, giovane attore inglese al suo esordio sul grande schermo, che interpreta l'enigmatico e fascinoso Embry, l'ex fidanzato di Katie che pare tornato per rovinarle l'esistenza. Completano l'insieme i frivoli compagni di università della protagonista, sinceramente un po' troppo cool, glamour e patinati, che probabilmente contribuiscono in larga misura ad abbassare di parecchio l'età del pubblico cui il film sembri volersi rivolgere.

Tenendo conto della caratura dello sceneggiatore, era lecito attendersi un prodotto più originale, ma nonostante tutto Abandon gode di uno script piuttosto solido e ben articolato, sebbene talvolta ci sia qualche indugio di troppo su dettagli o aspetti secondari della vicenda che deconcentrano e annoiano, dal momento che distolgono lo spettatore dal progredire del mistero e quindi dell'intrigo.


Marta Ravasio

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