The Butterfly Effect

Può la nostra mente giocare un ruolo fondamentale nell'ordine delle cose?
Se con Identità la mente di un serial killer era teatro di efferati delitti e di personaggi contraddittori, questo film, codiretto da Eric Bress e J.Mackye Gruber va oltre, arrivando a sostenere addirittura che, cambiando i ricordi, si può cambiare il presente, come in una sorta di intimistico e doloroso viaggio nel tempo.
Un bell'azzardo per chi crede di trovarsi di fronte ad un film razionale, o per chi crede che la nostra vita sia regolata da fattori meno umani, al di fuori di ogni antropocentrismo (inteso come centralità dell'uomo, artefice del bene e del male).
Assolutamente un gran film, invece, per chi come me si è lasciato rapire fin dal primo minuto, riconoscendo un certo stile narrativo che richiama alla memoria un racconto breve alla Stephen King.
Un film che fa pensare, pur rasentando in certe parti alcune incongruenze, nonostante le quali, resta sicuramente godible ed interessante, come lo sono le trasformazioni dei protagonisti, la bellissima Amy Smart (presto la vedremo in Starsky e Hutch) e Ashton Kutcher, dominate da un diligente lavoro alla fotografia di Mattew F. Leonetti (Strange Days).
In conclusione, The Butterfly Effect sembra dirci che la vita è fatta di sacrifici e che siamo gli unici fautori del nostro destino. Un nobile intento, che probabilmente cerca di sensibilizzare una parte di spettatori (teenager) forse ancora ignari di questa semplice ma fondamentale regola che governa il libero arbitrio.


Fabio Pirovano

The Butterfly Effect

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