Highwaymen - I banditi della strada
Benvenuti nel polveroso regno del road movie d'azione, in cui l'infelice vedovo Jim Caviezel percorre le più
assolate strade degli States sulla sua Plymouth Barracuda del 1968 color fuoco per improvvisarsi giustiziere e salvatore
di sventurate vittime di incidenti stradali; sempre alla ricerca del perfido pazzo che ha stroncato la vita della sua giovane
moglie, mentre questa era uscita da un motel per comprare la frutta da una bancarella ambulante, travolgendola senza pietà
con l'automobile. L'assassino gira ancora a piede libero, ormai tutt'uno con la sua mostruosa vettura accessoriata alla
perfezione per assomigliare a un'astronave funzionale all'omicidio. Sarà forse la giovane tormentata e vagamente bovina Rhona
Mitra la prossima vittima designata?
Perché Robert Harmon ci tedia con un'accozzaglia di scoordinate sequenze che nulla fanno se non stonare?
Le idee sono edulcorate e polverose, grottesche e talvolta involontariamente comiche. Il ritratto del protagonista
moderno cowboy è talmente liso e sgonfio da rendere inutile anche la recitazione del - di solito - sensibile Jim Caviezel
(La passione di Cristo, La sottile linea rossa).
Profondamente indeciso anche fra il thriller e dramma, Highwaymen finisce per intrecciare grossolanamente una gamma
di toni strapazzando la coerenza e spalancando le porte al ridicolo e all'inverosimile. Il ritmo ne esce letteralmente
massacrato; solo nel finale riesce a mettersi in equilibrio, e sebbene le ultime sequenze scorrano su binari più lineari, è
ormai fin troppo chiaro dove l'epilogo andrà a parare.
Quanto alla costruzione e alla sintassi filmica, è preferibile chiudersi in un dignitoso silenzio. Eppure, le domande
sul logorato kitsch di cui il film è inzuppato e sull'inadeguatezza di molte invenzioni rimangono legittime. Perché il
protagonista cerca indizi in un isolato casolare fatisciente, tastando con le dita una macchia scura di dubbia identità (olio
per motori?), arrivando addirittura ad assaggiarla? Perché lo squilibrato omicida vuole proprio quella ragazza per ucciderla
esattamente come è stata uccisa la moglie del nostro eroe, inscenando un trucido spettacolo? Anche se, com'è intuibile,
il dubbio più grande resta quello relativo alle intenzioni di fondo dell'autore: dove può stare il rispetto per lo spettatore
quando sullo schermo non c'è verità?
Lontani anni luce gli esempi di vero road movie nel cui solco il film tenta d'inscriversi. All'anteprima milanese
sono volati applausi canzonatori e isteriche risate di scherno. Alessandro Bizzotto
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