Aspettando RED DRAGON

Eccolo finalmente. Dopo l'illusione di poterlo vedere come possibile evento alla Mostra del Cinema di Venezia, Red Dragon fa il suo imperioso ingresso nei cinema italiani. Dal 25 ottobre l'ultimo capitolo della saga guidata dal dottor Lecter uscirà nelle nostre sale facendoci tornare indietro nel tempo, prima del Silenzio, prima che Clarice Starling solleticasse gli appetiti (per sua fortuna solo) intellettuali del più efferato e intelligente killer che sia mai stato concepito per il grande schermo, il dottor Hannibal "The Cannibal" Lecter.
Già, perché dopo aver realizzato il sadico ma melenso "Hannibal" di Ridley Scott, tratto dal secondo romanzo di Thomas Harris, Dino "Tre C" De Laurentiis ("Nella vita ci vogliono cervello, cuore, coglioni", ama ripetere snocciolando le sue perle) ha pensato bene di fare un passo indietro, di riprendere quel primo romanzo, indubbiamente il migliore della saga, già portato sul grande schermo da Michael Mann con "Manhunter" nel 1986, intitolato Red Dragon, e di farne un adattamento più fedele, sicuramente diverso dal gioiellino inimitabile di Mann, che si avvale di una storia speculare a "Il silenzio degli innocenti" di Jonathan Demme in cui il protagonista, Will Graham, come succedeva a Jodie Foster/Clarice Starling, per catturare uno spietato serial killer, deve ricorrere agli indispensabili consigli del Dottor Lecter. Ma perché il film trovasse la sua strada, il grande Dino ha fatto un ulteriore passo indietro, cercando le ragioni del grande successo delle pellicole precedenti.
Così oltre a richiamare il maestro delle luci di "Manhunter", Dante Spinotti(Pinocchio), ha affidato la sceneggiatura a Ted Tally, premio oscar per "Il silenzio degli innocenti", e i costumi a Kristi Zea sempre della squadra di "Il silenzio degli innocenti", personalità di grandissimo spessore alle spalle di un nuovo talento della regia,Brett Ratner, per ora nel dolce limbo dei blockbuster (Rush Hour) ma con ambizioni importanti (The Family Man).
A completare il già ricco piatto, che farebbe gola al suo protagonista, un cast stellare in grado di fare scintille senza farsi "divorare", dall'interpretazione carismatica di quell'interprete cannibale che è Anthony Hopkins/Hannibal. A cominciare dal protagonista, Edward Norton, nel ruolo dell'agente FBI Will Graham, con la sua tragica capacità di comprendere, in una sorta di empatia, i pensieri dei mostri più efferati (ve lo ricordate schizofrenico in "Schegge di paura"?), passando per Ralph Fiennes (Il paziente inglese, Spider) nella parte del killer Francis Dolarahyde, deforme personaggio dalla schiena tatuata con il Drago Rosso (immagine dannata tratta da un acquerello di William Blake) e ancora, Harvey Keitel nel rude ed esperto investigatore-capo amico di Graham Jack Crawford, Philip Seymour Hoffman (Boogie Nights, Hollywood, Vermont) nel giornalista cinico ed invadente, nonché esca del drago, Freddy Lounds ed Emily Watson (Gosford Park) nei panni della dolce Reba, ragazza cieca che si innamora di Dolarahyde.
Una squadra da paura.
Ricordando che il dottor Lecter, chiuso nella sua cella fra le ricette di cucina di Alexandre Dumas, più folle e arrabbiato che mai, non si accontenterà di fare da arbitro ad un gioco mortale ed affascinante almeno quanto lui...


"...Ci troviamo a vivere in un'epoca barbara, vero Will?
un'epoca che non è saggia né selvaggia.
La sua maledizione sono le mezze misure.
In qualunque società razionale o mi avrebbero ucciso o mi avrebbero lasciato i miei libri..."

Hannibal Lecter


(Da una lettera del dottor Lecter a Will Graham in "Drago Rosso" di Thomas Harris, Milano, Mondadori, 1999).


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Settimanale di informazione cinematografica - Direttore responsabile: Ottavia Da Re
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