LUCI E OMBRE DEL DRAGONE ROSSO

Ispirato all'articolo A Familiar Fiend di Douglas Bankston comparso su American Cinematographer Vol.83 N°10

Dante Spinotti torna alle origini curando le luci per Red Dragon remake di Manhunter - Frammenti di un omicidio (Michael Mann 1986), pellicole entrambe prodotte da De Laurentiis ed entrambe trampolini di lancio per promettenti registi. Il primo, Michael Mann, ora già affermato ma ancora lontano dalla consacrazione d'ufficio degli Academy; il secondo, 'acerbo' regista di Blockbuster (Rush Hour) ma a quanto pare già con le idee molto chiare a cominciare dalla collaborazione richiesta nella fotografia, seconda (The Family Man la prima n.d.r) collaborazione che ebbe dei ritardi con Spinotti, allora già impegnato nel Pinocchio di Benigni.
Cercando di vedere il film sotto una nuova luce, Spinotti commenta con entusiasmo la voglia di intraprendere quello che a molti potrebbe apparire un Dèjà vu.
Non a molti Direttori della fotografia capita un'occasione del genere, ossia rifotografare un film precedentemente già curato, e che film aggiungo, ma questo pare essere lo stimolo principale per cui il direttore della fotografia friulano ha accettato l'incarico.
Sorridendo e accettando l'incarico Spinotti dice a Ratner "Monet dipinse La Cattedrale Rouen più di 30 volte (ne furono mostrate 20) ,qual'è la differenza? E' stato semplice come ricordare il plot, evitando di rileggere la sceneggiatura per 15 volte "Il precedente lavoro svolto per Mann ha lasciato il segno e insegna come girare film di questo genere, ma nonostante la similarità di alcune parti con Manhunter, "questo film è interamente un film diverso, Spinotti aggiunge.
La forza di Manhunter sta nell'implicito, sta nel linguaggio stesso del film e nell'uso della cinepresa.
Il film di Ratner ha un approccio più realistico, meno formale, più classico; la vera forza di Red Dragon deriva da uno script che superbamente interpreta e adatta il romanzo di Thomas Harris (realizzato da Ted Tally, già sceneggiatore de Il silenzio degli Innocenti).
Analizzando la parte di Francis Dolarhyde si intravede un'esplorazione della sua psiche, di com'è stato allevato e perché crescendo la sua psiche diventa quella di un serial killer.
Non avendo a disposizione molto tempo, per esplorare come avrebbe voluto, Spinotti è stato assecondato dall'ottimo cast tecnico composto da Ratner, Kristi Zea e Betsy Heimann, questi ultimi più precisamente, production e costume designer, raggiungendo brevemente gli obiettivi prefissati.
Alcuni test fatti prima dell'inzio delle riprese, sui volti degli attori e su un monologo di Hopkins, portarono Dante alla conclusione di dare un aspetto aspro, duro alla pellicola. L'asprezza di Red Dragon deriva in parte dall'alto contrasto delle immagini, ma durante la preproduzione, Spinotti si ricordò di una vecchia tecnica utilizzata da Steven Soderbergh in Ocean's Eleven. Questa tecnica consiste nel sottoesporre la pellicola di due Stop per creare più ricchezza cromatica ed alti contrasti.
Vennero utilizzate le pellicole Kodak Vision 200 T 5274 e Kodak Vision 500T 5279, sviluppate nei laboratori CFI da Art Tostado, gli stessi utilizzati da Soderbergh ma applicando tecniche diverse di stampa.
Un altro escamotage per differire da Ocean's Eleven fu la scelta da parte di Ratner e di Spinotti dell'utilizzo del formato anamorfico a 2.40:1 a discapito del Super 35, evitando, così, di poter scorgere l'effetto grana.
Spinotti normalmente tende a contare su ottiche utilizzabili fino all'ultimo istante della gamma focale filmando in Panavision e utilizzando lenti Anamorfiche Primo; il basso livello generale di luce suggerì un'apertura delle ottiche compresa tra T.2.8 e T.4.
La stessa Panavision creò un'apposita lente anamorfica a 65 MM utilizzata per la Steadicam. Questo permise l'utilizzo di quest'ultima in condizioni più ravvicinate. La stessa lente fu poi riutilizzata con esiti sorprendenti, anche per riprese più intimistiche. Riprese poi comunque spesso concluse con la classica lente da 180MM che resta la più adatta per i primi piani nei formati anamorfici.
Filmando nelle più classiche delle maniere, Ratner conferma la sua intenzione di voler girare un film non fissato in un determinato periodo temporale, in sintonia con Il Silenzio degli innocenti e alcune ossessioni hitchcockiane.
I molti movimenti di camera sono serviti per generare suspence, come le stesse luci di Spinotti in aggiunta alle prestazioni di Hopkins e all'ottima colonna sonora di Danny Elfman.
Ma è in Spinotti che Ratner ha riposto tutta la sua fiducia ricordando che "Lo Stile di Dante è sì molto influenzato dall'Europeismo ma ciò nonostante e ancora molto moderno,e la sua esperienza mi ha aiutato a conservare l'aspetto 'filmico' a discapito della disinvoltura impiegata per altre pellicole".

Fabio Pirovano

Dizionario Termini Tecnici

Effetto Grana:
Impressione visiva data dalla struttura in grani di un'immagine fotografica che provoca una mancanza d'omogeneità nelle zone di densità uniforme. Quando l'effetto grana è esagerato si riduce la qualità dell'immagine: è necessario tener conto di ciò nel caso di forti ingrandimenti e con l'uso di pellicole ad alta sensibilità. L'effetto grana è anche funzione delle condizioni di sviluppo (tempo, temperatura, tipo di sviluppo, ecc.).

Formato Anamorfico 2.40: 1 Panavision
Il formato anamorfico 2.40: 1 Panavision si differenzia dal Super 35 dalla grandezza del negativo, molto più grande, inoltre il Super 35 non implica l'utilizzo di lenti anamorfiche Widescreen ma Flat e in fase di sviluppo, l'immagine interpositiva è stampata per produrre un formato internegativo anamorfico.Il risultato è un immagine nitida ma granulosa di più rispetto al formato anamorfico 2.40: 1 Panavision; quest'ultimo più omogeneo.

T2.8 T.4
Trattasi della misura dell'apertura, questo parametro determina quanta luce potrà raggiungere la pellicola.Più grande è quest'apertura (valore) più luce passerà attraverso la lente.

Lenti: Le lenti a 65mm utilizzate in Red Dragon hanno permesso primi piani che in normali casi, con lenti di 40mm in dotazione standard sulle Steadicam, avrebbero richiesto maggiori distanze dal soggetto in ripresa.

Pellicole:
Esistono molte case produttrici di pellicole ad uso cinematografico, le più comuni sono le già note Kodak, Fuji, Agfa, ecc.ecc Prendiamo in esame il prodotto Kodak più precisamente il Vison 200T 5274.
Dove per Vision sta il tipo di pellicola T sta per gli ASA o sensibilità alla luce della pellicola,52 sta per pellicola da 35MM,74 è un numero di catalogo ed è subordinato al prefisso T, più alto è questo numero più alta sarà la sensibilità. Per esempio 5274 =200T 5277=320T 5279=500T 5289=800T
Nel campo cinematografico esistono diversi tipi di pellicola,qui di seguito una carrellata su quelli disponibili:
Professionali il 70mm (Molto Oneroso) e 35 mm con doppia perforazione.Semiprofessionale il 16 mm (Kodak 72..) sempre a doppia perforazione ed amatoriali il 9,5 mm con perforazione a centro e Super 8 e 8 mm con perforazione singola laterale.


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Settimanale di informazione cinematografica - Direttore responsabile: Ottavia Da Re
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