Magdalene

Nei mitici anni '60, anni di libertà ed emancipazione femminile, esistevano dei "lager" promossi dalla Chiesa cattolica e "benedetti" dalla società. Negli anni della mini e del trucco sgargiante c'erano delle giovani costrette ai lavori forzati perché "colpevoli" di aver subito violenza, di aver concepito un figlio fuori del matrimonio o di essere semplicemente carine. Nell'Irlanda Cattolica e puritana i conventi "Magdalene" "lavavano" i panni sporchi di una società bigotta e criminale, sfruttando, massacrando e umiliando senza scrupoli giovani misere e sfortunate. Questa è una storia vera.
L'attore-regista Peter Mullan racconta con grande lucidità e fredda determinazione l'orrore di queste prigioni vestite da conventi, mostrando con imparzialità una realtà troppo a lungo celata e taciuta. Un film bellissimo e spietato, girato con padronanza e rigore, introdotto da una sequenza spiazzante, stilisticamente perfetta nella combinazione di montaggio e musica, e molto significativa, nella rappresentazione di una festa di matrimonio, durante la quale nel silenzio assordante della musica, viene bisbigliata in un atroce passaparola, la colpa di una delle protagoniste. Una narrazione che prosegue agghiacciante per tutto il film, attraverso le bravissime interpreti (Anne-Marie Duff, Nora-Jane Noone, Dorothy Duffy, Eileen Walsh e l'allucinante "Sorella Bridget" Geraldine McEwan), senza mai scadere nel patetico o nella convenzionalità, con momenti di grande crudezza (il ghigno di Sorella Bridget riflesso nell'occhio insanguinato di una delle ragazze) e atroce meschinità (il perverso gioco umiliante delle suore sui difetti fisici delle giovani), ma che, senza interferenze o falsa moralità, lascia allo spettatore il giudizio e la condanna. Una discesa all'inferno, una tortura operata in nome di valori religiosi che giustificavano ogni violenza. Un massacro psicologico, un "lavaggio"mentale fino all'autoconvincimento di meritare tutto, anche la morte. Una denuncia contro il mondo cattolico, le sue costrizioni, la sua falsa morale, ma anche contro una società complice, intollerante, bigotta, una lezione di "catechismo" obbligatoria. Un contestato ma meritatissimo Leone d'Oro alla 59. Mostra del Cinema di Venezia che, oltre il valore del film, testimonia un atto di coraggio, una presa di coscienza delle colpe di una mondo e di una mentalità sicuramente cattolici ma poco cristiani, una realtà non così distante (l'ultima lavanderia "Magdalene" ha chiuso nel 1996), da poter essere dimenticata, non così vicina da poter "lavare" via.


Ottavia Da Re

Magdalene

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