School of Rock

The Soul of Rock

Dewey Finn (Jack Black), è un rocker scatenato, leader di una band metallara che dopo l'ennesima distruttiva performance live, conclusa con un tuffo tra il pubblico e un catastrofoco schianto sul pavimento, decide di piantarlo per un tatuato capellone dal fascino ambiguo, lasciandolo senza un soldo e con l'affitto da pagare, ma con una immutata, irriducibile, esagerata fame di rock.
Additato come esempio di degenerazione e messo alle strette dai coinquilini, Dewey decide togliersi dai guai, spacciandosi per Ned (Mike White, anche sceneggiatore del film), il suo amico-convivente, timido professore di matematica, accettando l'incarico di insegnante in una delle scuole più prestigiose dello stato, in cui, dopo un periodo di noia assoluta e totale insofferenza, scopre di avere a disposizione una classe di piccoli musicisti, da svezzare, educare, secondo un'unica, indiscutibile, dottrina, il rock…
Richard Linklater, dopo le estreme sperimentazioni di Waking Life, film-fumetto digitalizzato, portato alla Mostra di Venezia nel 2001, si lancia in un entusiasmante inno alla musica ed al rock, ma soprattutto ai suoi più fervidi e irriducibili appassionati, e lo fa senza retorica e nostalgia, attraverso una sceneggiatura tanto semplice quanto efficace a servizio di un protagonista incontenibile, Jack Black, lasciato libero di furoreggiare come improbabile maestro di matematica in una classe di alunni modello.
Il risultato è un irresistibile, spontaneo, delirante bagno di simpatia allo stato puro, privo di inutili orpelli e congetture drammatiche, che permettono di lasciarsi andare alla bravura dei piccoli e irresistibili protagonisti "indottrinati" a tempo di rock dal loro mentore strampalato, di cui diventano indispensabile trampolino di lancio assieme all'irreprensibile preside-zitella, con occhialini e tailleur grigio, interpretata da Joan Cusack, "spalla" di lusso (come lo era stata di Julia Roberts in Se scappi ti sposo) del protagonista (con cui ritorna a recitare dopo Alta fedeltà).
Il resto è un assolo di chitarra elettrica chiamato Jack Black.
Uno scatenato, animalesco informe che si butta anima e corpo in una performance memore del migliore James Belushi con cui condivide un'innata fisicità e una presenza scenica dirompente, abbinata ad una maschera di smorfie e ghigni diabolici, che nel film diventano istantanee esilaranti di una pura fede integralista, senza possibilità di redenzione, per il rock.
Un tornado di musica ed energia che travolge il film (esilaranti le sue prime lezioni di musica di fronte alle facce sbigottite dei piccoli alunni) e trascina il pubblico negli acuti di una colonna sonora altrettanto scatenata che comprende oltre al bellissimo brano del concorso finale, The School of Rock cantata dagli stessi protagonisti, Immigrant Song dei Led Zeppelin, Touch Me performed dei Doors, alla bellissima cover realizzata dai School of Rock di It's a Long Way to the Top degli AC/DC', il gruppo che forse meglio identifica la febbre metal che pervade il film e il suo protagonista, nella realtà anche voce solista dei No Vacancy, che accompagnano il film con Heal Me, I'm Heartsick e Fight.
Dall'hard rock al metal più pestato, la colonna sonora diventa energia pura per le immagini, per la mdp, che come il protagonista si muove sulla musica, veicolando sullo schermo un'autentica passione, che spacca i timpani e unisce le generazioni, quella fame di musica vera, fisica, che continua su bellissimi titoli di coda del film, in un eterno delirante sound check...
Ottavia Da Re

School of Rock

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