Madagascar

Cosa ci fanno un leone, una zebra, un ippopotamo e una giraffa malaticcia nella metro di New York? Probabilmente cercano di fuggire alla prigionia, alla schiavitù di uno zoo per seguire il richiamo della foresta. Ma si da’ il caso che questo non sia un documentario di Quark e che i nostri animali abbiano le fattezze umane di chi ormai della libertà non sa più che farsene, abituato ad una cattività talmente comoda da far dimenticare qualsiasi istinto primordiale…
Dopo il mondo delle favole di Shrek e quello tutto marino di Shark Tale, gli acrobatici e dissacranti animatori della DreamWorks cercano e trovano nuovi esilaranti spunti nel mondo ferino dello zoo di New York dove Alex il Leone, "re dello zoo", Marty la zebra (non si sa se a sfondo bianco e strisce nere o nera a strisce bianche...), Melman la giraffa ipocondriaca e Gloria l’ippopotamo, vivono una pacifica esistenza in gabbia, come viziate e coccolate attrazioni per turisti, serviti e riveriti dagli amati “sapiens” ("uomini", in gergo animale). Ma si sa, l’istinto, specie se guidato da quattro malavitosi pinguini con il vizio della fuga, prima o poi fa capolino e i tre amici, al seguito del più libertino dei tre, Martyn, dopo aver seminato il panico nella “giungla” della Grande Mela si ritrovano catapultati verso altri lidi, stavolta molto meno domestici, lontani dagli agi e dalle comodità, in cui per sopravvivere dovranno riscoprire il proprio istinto (e saperlo tenere a bada)… Proseguendo sulla fortunatissima formula esilarante di personaggi dotati di vizi e virtù propriamente umani, che spesso vengono ritratti, rovesciati e caricaturati, la squadra di Spielberg, guidata dai registi Eric Darnell e Tom McGrath, riesce a proporre un altro cartoon di grande qualità, forse meno dissacrante e pungente dei precedenti più illustri (“Shrek”) ma altrettanto efficace, grazie alla genuina simpatia delle caratterizzazioni dei protagonisti e alla capacità di ricavare esilaranti parentesi e siparietti all’interno del plot narrativo (volutamente semplice e lineare). Su tutti, le irresistibili gag dei pinguini, Skipper, Kowalski, Private e Rico (muto, ma mai senza cucchiaio...), quasi un capitolo a parte con la parodia dei film polizieschi e di spionaggio in generale che portano in scena, la vecchietta manesca della stazione, o Re Julien Tredicesimo, il capo tribù dei festosi lemuri.
Con il risultato di dar vita a vere e proprie "macchiette", dei “caratteristi” capaci di rubare la scena ai protagonisti della storia, come Morty, il piccolo lemure mascotte della tribù (e qui gli occhi dolci sono una citazione diretta al Gatto con gli stivali di Shrek). Shrek che ritorna anche nella sorprendente somiglianza, sia fisica che caratteriale, tra la zebra Marty e “Ciuchino” (doppiati rispettivamente da Chris Rock e da Eddie Murphy, attori più volte accostati per mimica e verve comica...un modo per tentare la fortuna avuta da Murphy con Chiuchino?) e il rapporto di odio-amicizia tra i due protagonisti, cui giova sicuramente l’affiatamento tra doppiatori italiani Ale & Franz (in originale Chris Rock e Ben Stiller), che hanno prestato la voce assieme a Fabio De Luigi (magistrale la sua prova con Melman) e Michelle Hunziker (Gloria).
Ingrediente sempre più sfruttato e con grande abilità, la citazione cinematografica, disseminata ovunque e sempre con grandissimo effetto: si veda la camminata sculettante della zebra Marty che rifà il John Travolta di La febbre del sabato sera, il sogno fra i petali di rose del Leone Alex, parodia riuscitissima del Kevin Spacey di American Beauty e la corsa sulla battigia dei due protagonisti sulle note di Momenti di gloria.
A completare l’opera un "surplus" scenografico di grandissimo impatto visivo che testimonia l’ormai perfetta elaborazione tecnica digitale dell’animazione contemporanea, facilmente individuabile nelle stupefacenti immagini panoramiche e negli scenari lussureggianti della giungla africana di "Madagascar", per i quali gli artisti della DreamWorks hanno attinto in modo esplicito alle immagini del simbolismo del "doganiere" Henri Rousseau.
Il resto è un’esilarante sfodero di tecnica, caricature umane ed espressioni di animali che “fanno il verso” all’uomo, al cinema e alla sua spesso supponente autorialità. Da’ da pensare il fatto che le cose migliori, da un punto di vista di creatività, vivacità ed anche espressività arrivino spesso dall’animazione, dove si possono trovare degli interpreti davvero credibili e talvolta più espressivi di molti altri in carne ed ossa. Senza dubbio, degli “animali” di bravura e simpatia.

Un ringraziamento particolare a Cristiano De Lucrezia e alla sua dolce Arianna, nostra piccola fan, per il contributo "illuminante" sul doppiaggio del film


Ottavia Da Re

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