Heartbreak and Loss

Tratto da "Heartbreak and Loss" di John Calhoun (American Cinematographer - December 2003, vol. 82, No. 12).
Tradotto liberamente da Alessandro Bizzotto

Tre anni fa, il direttore della fotografia Rodrigo Prieto e il regista Alejandro González Iñárritu fecero irruzione nel panorama internazionale con il film messicano Amores perros, che seguiva le vite di tre sconosciuti i cui destini si incrociano per via di un drammatico incidente d'auto. Per il suo contributo al film, dalla narrazione complessa e non lineare e dallo sguardo sorprendentemente disadorno, Prieto vinse il Mexico's Silver Ariel e il Camerimage's Golden Frog.
Da allora, la sua carriera è decollata; ha ricevuto una candidatura al premio ASC per il suo lavoro al film Frida, e ha diretto la fotografia anche di 8 Mile e La 25^ ora e del documentario Comandante. Ha trovato anche il tempo di collaborare nuovamente con Iñárritu sul nuovo dramma 21 grammi.
Come Amores perros, 21 grammi segue le vite di tre sconosciuti i cui destini si incrociano per via di un drammatico incidente d'auto. E' caratterizzato da una struttura complessa, non lineare, e da uno stile visivo crudo, tipico della macchina da presa portatile, che è accentuato da una decolorazione. "Ad un certo punto, Alejandro li ha descritti come film-sorelle" racconta Prieto. Ma fa subito notare che esistono anche sostanziali differenze fra i due film: 21 grammi è "più introspettivo, e lo è altrettanto la macchina da presa. Cercavamo di entrare negli occhi degli attori, per provare ciò che loro provavano. Siamo stati delicatamente penetranti nel lavoro con la macchina da presa perchè la storia lo richiedeva."
I tre personaggi principali di 21 grammi sono Paul (Sean Penn), un professore universitario che necessita urgentemente di un trapianto di cuore; Jack (Benicio Del Toro), un ex truffatore che cerca di redimersi con l'aiuto della fede cristiana; e Cristina (Naomi Watts), moglie e madre di due bambine.
L'approccio al materiale narrativo è notevolmente coraggioso, superando i confini delle storie e passando bruscamente da un personaggio all'altro. Ad aiutare gli spettatori con qualche punto fermo è lo schema visivo di Prieto. "Nella sceneggiatura" dice, "c'erano indizi che ti aiutavano a comprendere in che punto si fosse nell'ordine cronologico di ogni storia, ma sapevo che avremmo dovuto dare un sostegno visivo a tutto questo. Abbiamo pertanto disegnato un arco emotivo per ognuna delle storie, e ogni volta che tornavamo ad una di loro, cercavamo di esserci dal punto di vista visivo." In altre parole, ognuna delle tre narrazioni possiede un design visivo che si evolve man mano che le storie procedono e convergono. "Abbiamo separato ogni storia con i colori che abbiamo ritenuto appropriati" spiega Prieto. "Abbiamo colorato la storia di Paul con tinte fredde; la luce degli interni di solito è bianca, e gli esterni notturni hanno l'aspetto freddo e verdastro delle lampade metal-halide. Per contrasto, abbiamo optato per colori più caldi per la storia di Jack; tutti gli esterni notturni della sua storia sono illuminati con lampade sodium-vapor e abbiamo dato corpo all'illuminazione degli interni con colori caldi. La vibrazione della luce rosso-arancio è più intensa, e sentivamo che era quella giusta per il personaggio. La storia di Cristina è presentata in maniera neutra, come qualcosa che sta in mezzo. In generale, l'illuminazione è bianca, ma la sua storia si intreccia a quella di Paul a tal punto che entrambi hanno esterni notturni verde-blu. E quando alla fine incontrano Jack, tutti e tre gli schemi cromatici diventano più vicini al rosso-arancio." [...]
"Prima di girare abbiamo fatto molte, moltissime prove che hanno coinvolto i costumi, le tavole dei colori di background, i formati standard e i colori delle luci", ricorda il direttore della fotografia. "All'inizio non ci siamo accostati a queste scelte in un modo che davvero desse loro significato intellettuale; abbiamo semplicemente seguito il nostro istinto. Abbiamo continuato a provare, e siamo arrivati agli schemi finali attraverso la scoperta, non la progettazione."
I test hanno anche aiutato a comprendere quale effetto il processo Deluxe Lab's silver-retention avrebbe avuto sulle immagini. "Nel modo in cui usavo l'illuminazione c'era quasi una lotta con quel processo" rivela Prieto. "Non volevamo che l'aspetto fosse di estremo contrasto, ma abbiamo voluto che avesse un margine ulteriore, una vibrazione. L'irrequietezza che derivava da quell'approccio ha dato al girato un'energia speciale per me. Non potevamo dar niente per scontato - i risultati dei test ci sorprendevano ogni volta! Un colore che pensavamo sarebbe risultato grigio, sarebbe risultato completamente nero. Ecco perchè abbiamo provato ogni singolo abito e ogni colore del set. [...] Le immagini fanno da supporto alla forza, alla portata drammatica e alle emozioni della storia, ma speriamo davvero che non vi facciano pensare alle modalità con cui il film è stato girato. Il nostro obiettivo era un certo minimalismo, nel senso che non abbiamo usato nessuna gru o dolly. Abbiamo sempre lavorato portando la macchina a mano, anche nelle sequenze ferme, perchè volevamo creare la sensazione che la macchina da presa fosse lì con gli attori, muovendosi, reagendo e respirando con loro".[...]
"Nonostante avessimo una chiara idea di come volevamo che funzionassero le riprese, non avevamo precisi movimenti di macchina. L'operatore doveva reagire a ciò che avveniva, sul momento, e scegliere il modo in cui farlo. A volte preferivo non spiegare, ma prendere semplice- mente la macchina, percepire le mosse degli attori e reagire ad esse."

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Recensione 21 Grammi
Sito ufficiale www.21-grams.com
Sito italiano http://www.bimfilm.com/21grammi

(15/01/2004)


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