Foto © A.M.P.A.S.Foto © A.M.P.A.S.

L'OSCAR ha fatto CRASH!

La lunga notte delle stelle ritorna con le solite polemiche e strascichi spesso scontati e ripetitivi come quelli degli abiti che solcano il suo red carpet.
Cronaca di una serata "premeditata" che ha suggerito fin dall'inizio, con l'Oscar-beffa al George Clooney attore (per "Syriana"), l'andamento di una premiazione fedele alle battute di un copione che sembrava ormai inesorabilmente scritto, con l'Oscar alla regia andato ad Ang Lee, i premi agli attori protagonisti Philip Seymour Hoffman ("Capote") e Reese Witherspoon ("Walk the Line"), distribuendo statuette in modo "equo" (leggi: un po' a tutti) e iniquo come da prassi consolidata (con l'Italia al solito ignorata), ma con un finale a sorpresa che ha visto la vittoria inaspettata di "Crash" di Paul Haggis e Cathy Schulman come miglior film, vettore (o pretesto?) di scelte che si vogliono più o meno innovative, sicuramente sorprendenti, in perfetto, consolidato, stile Academy...




Rieccoci qui, comunque.
E come John Stewart, svegliato di soprassalto (da Halle Barry, prima, e George Clooney, poi) per presentare la serata al posto dei troppo impegnati Billy Cristal e Chris Rock (sorpresi in una tenda come i cow boy di "Brokeback Mountain"), Steve Martin, David Letterman e Whoopi Goldberg (impegni familiari) anche quest'anno ci ritroviamo tutti catapultati nel cuore della notte al Kodak Theatre di Los Angeles cercando di arrivare all'alba in attesa di un illuminante verdetto.
E' tutto un sogno? No, è la realtà di uno show che si annuncia scoppiettante e che lo stesso Stewart imbastisce con stile e ironia.
"Brokeback Mountain ha dimostrato che non tutti i gay sono dei cow boy virili, qualcuno è anche un'intellettuale" (con riferimento a "Capote")...con questo inizio straordinario che ripercorre ironicamente l'iconografia western in "chiave" gay, elencando i capisaldi del genere e i suoi protagonisti (da John Wayne a Montgomery Clift, già icona gay, a Charlton Heston) inizia la cerimonia degli 78 Academy Awards, che regala subito uno "strategico" e, come intuisce lo stesso protagonista, amaramente consolatorio Oscar come miglior attore non protagonista a George Clooney ("questo vuol dire che non ho vinto per la miglior regia..." sono le sue parole a caldo), accontentato subito dall'Academy e ricompensato per una prestazione, quella di "Syriana" che gli è costata davvero molto, nell'ultimo anno.
Ma il tono, anche se teso, resta ironico, l'ambasciatrice, una Nicole Kidman in incantevole tubino avorio, non porta pena, semmai Oscar ed eleganza, e lo spettacolo continua con l'esilarante premiazione dei migliori effettivi visivi da parte di Ben Stiller che in tutina verde "ramarro" finge di sparire con effetto CGI dal palco e tributa un Oscar al grande reietto "King Kong" di Jackosn (che si porterà a casa anche l'Oscar per il miglior sonoro e per il miglior montaggio sonoro, ma che avrebbe meritato ben altra considerazione), mentre non c'è soddisfazione nemmeno per Tim Burton e per il suo geniale "Corpse Bride", battuti da "Wallace & Gromit - La maledizione del coniglio mannaro", nella categoria "film d'animazione".
Sul palco fa capolino anche Chicken Little in pixel e piume (che premia il miglior corto d'animazione), alla faccia dell'aviaria, prima che Jennifer Aniston bruci la prima soddisfazione per l'Italia, in trepida attesa per la costumista Gabriella Pescucci candidata per un altro film burtoniano "La fabbrica di cioccolato", e che invece si vede soffiare l'Oscar da Coleen Atwood creatrice dei costumi di "Memorie di una Geisha" di Rob Marshall.
Arrivano anche il premio al trucco a "Le cronache di Narnia - Il Leone, la Strega e l'Armadio" e Morgan Freeman incorona come miglior interprete non protagonista Rachel Weisz, paladina impegnata in "The Constant Gardener" di Fernando Meirelles, incinta di sei mesi e radiosa nel dedicare il premio a tutti coloro che combattono per le cause dei più deboli. Premio preparato dalla vittoria ai SAG ma di grande significato viste le pretendenti in lizza (tra cui Frences McDormand e Catherine Keener).
"La marcia dei pinguni" assieme ai suoi autori, Luc Jacquet e Yves Darondeau, che salgono "pinguineschi" con tanto di pupazzi a tema, vince nella sezione "miglior documentario", mentre "Memorie di una Geisha" ribadisce il suo primato sul fronte estetico, portandosi a casa il secondo Oscar per la miglior scenografia, consegnato per l'occasione dalla coppia di Speed Sandra Bullock e Keanu Reeves.
Si spegne ben presto anche la seconda "chance" italiana, quella di Dario Marianelli per le musiche di "Orgoglio e pregiudizio" che deve inchinarsi alle ballate del grande argentino Gustavo Santaolalla ("Brokeback Mountain") che batte il favoritissimo John Williams, a cui non è bastato "farsi in due" per gli Oscar ("Munich" e "Memorie di una Geisha", già vincitore di un Golden Globe), e l'altro latino Alberto Iglesias ("The Constant Gardener").
A metà cerimonia, spazio alla celebrazione del grande Robert Altman, Oscar ad una carriera monumentale che ricorda a tutti l'effimera e poetica natura del cinema, un castello di sabbia che il mare si porta via lasciando la sensazione e il ricordo di una magia che ricomincia.
Ricomincia la lotteria dei premi con la sorpendente vittoria del pezzo "It's Hard Out Here For a Pimp" dei rapper Hustle & Flow nella categoria "miglior canzone", che fa scattare dalla sedia il regista John Singleton e tutto il popolo di colore presente al Kodak Theatre (da Queen Latifah che consegna il premio, a Terrence Howard, al Ludacris e Jamie Foxx) mentre tocca a Will Smith (che, ironia della sorte, sta girando in questi giorni un film con il nostro Gabriele Muccino) negare l'Oscar alla Comencini per "Don't Tell" ovvero "La bestia nel cuore", ma anche al favorito e scomodo "Paradise Now" per coronare il sudafricano "Tsotsi" di Gavin Hood.
Ma quando il gioco si fa duro i duri iniziano a vincere e tocca a "Crash" incassare il primo gettone fra quelli che contano: l'Oscar per il miglior montaggio (Hughes Winborne), mentre la statuetta per il miglior attore protagonista, forse quella più prevedibile ma anche meritata, va a Philip Seymour Hoffman per la mastodontica performance di "Capote" ("Truman Capote - A sangue freddo").
Un "caratterista" finalmente legittimato e consacrato per il suo mostruoso talento, che vince su prove altrattanto superlative (su tutte, quelle di David Strathairn per Good Night, and Good Luck e Joaquin Phoenix per Walk the Line).
Intimidito, con un rossore tante volte manifestato per finzione, Hoffman ritira l'Oscar dalle mani di Hilary Swank, non prima di aver baciato, fra tante colleghe, la grande Meryl Streep.
Nel frattempo, "Memorie di una Geisha" colpisce ancora, conquistando il terzo premio tecnico importante, per la fotografia, con Dion Beebe, a conferma del suo potenziale visivo, mentre Reese Witherspoon la canta a tutte e si porta a casa l'unico premio di "Walk the Line" dii J. Mangold e il secondo Oscar "telefonato" della serata, come miglior attrice, esordendo con una frase degna di "La rivincita delle bionde": "non avrei mai pensato di arrivare fin qui dal Tennesee..." (qualcuno doveva informarla che esistono molti mezzi di trasporto in USA) e conclude ringraziando la nonna, fonte di ispirazione (forse anche per il look da vecchina).
Subito dopo, "Crash" conquista il suo secondo Oscar per la miglior sceneggiatura originale (Paul Haggis e Bobby Moresco) e, quando tutto sembra portare verso gli orizzonti rassicuranti di "Brokeback Mountain", con il premio alla regia ad Ang Lee e alla sceneggiatura di Larry McMurtry e Diana Ossana, il ghigno diabolico di Jack Nicholson (attore più azzeccato non potevano trovare per questo annuncio...) sul palco per premiare il miglior film, sembra suggerire un finale imprevedibile...
Ecco così servito l'assist vincente a "Crash", che segna in netto contropiede e ormai in zona cesarini, il gol decisivo degli Oscar 2006, pur giocando un match tutto sommato equilibrato. Un coupe de theatre che lascia tutti a bocca aperta, compresi i vincitori (completamente spiazzati, con Matt Dillon ad applaudire a casaccio).
Un verdetto con cui l'Academy, dopo aver elargito bonariamente a destra e a manca premi e beffe, ignorando Opere come "Munich", "Capote" e "Good Night, and Good Luck" decide di incoronare coraggiosamente o (con più probabilità) incoscientemente, un outsider.
"Crash": Oscar di rottura o una rottura di Oscar?

Ottavia Da Re



Tutti i premi della 78. edizione degli Academy Awards:

MIGLIOR FILM
"Crash - Contatto fisico" di

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA
Philip Seymour Hoffman per ”Capote”

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA
Reese Witherspoon per ”Walk the Line

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
George Clooney per “Syriana”

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
Rachel Weisz per “The Constant Gardener”

MIGLIOR REGIA
Ang Lee per "Brokeback Mountain"

MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
Larry McMurtry & Diana Ossana per “Brokeback Mountain”

MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE
Paul Haggis & Bobby Moresco per “Crash”

MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE
”Wallace & Gromit - La maledizione del coniglio mannaro” di Nick Park & Steve Box

MIGLIOR FILM STRANIERO
"Tsotsi" di Gavin Hood (Sud Africa)

MIGLIOR FOTOGRAFIA
Dion Beebe per “Memorie di una Geisha”

MIGLIOR MONTAGGIO
Hughes Winborne per “Crash”

MIGLIOR TRUCCO
Edward Berger, Tami Lane per “Le Cronache di Narnia - Il leone, la strega e l'armadio”

MIGLIOR SCENOGRAFIA
John Myhre; Gretchen Rau per “Memorie di una Geisha”

MIGLIORI COSTUMI
Coleen Atwood per “Memorie di una Geisha”

MIGLIORI EFFETTI VISIVI
Joe Letteri, Brian Van't Hul, Christian Rivers, Richard Taylor per ”King Kong”

MIGLIOR SONORO
Christopher Boyes, Michael Semanick, Michael Hedges, Hammond Peek per ”King Kong”

MIGLIOR MONTAGGIO SONORO
Mike Hopkins, Ethan Van der Ryn per ”King Kong”

MIGLIOR COLONNA SONORA
Gustavo Santaolalla per “Brokeback Mountain”

MIGLIOR CANZONE ORIGINALE
“"IT'S HARD OUT HERE FOR A PIMP" di Hustle & Flow
Musica e testi di Jordan Houston, Cedric Coleman e Paul Beauregard

MIGLIOR DOCUMENTARIO
”La marcia dei pinguini” di Luc Jacquet e Yves Darondeau

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO DOCUMENTARIO
“A Note of Triumphe: The Golden Age of Norman Corwin" di Corinne Marrinan e Eric Simonson

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO ANIMATO
“The Moon and the : an Imagined Conversation" di John Canemaker e Peggy Stern

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO D’AZIONE
“Six Shooter” di
Martin McDonagh

PREMIO OSCAR ALLA CARRIERA
Robert Altman

Sito ufficiale Academy Awards: www.oscars.org

Foto Copyright © A.M.P.A.S.

(5 e 6 marzo 2006)


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