LA COMPAGNIA CAMBIA...

Breve confronto fra "la Compagnia dell'Anello" e "Le due Torri"

Come ben sanno gli appassionati de "Il Signore degli Anelli" di Tolkien, i primi due episodi sono molto diversi fra loro sotto svariati punti di vista ed era quindi prevedibile, anzi meglio sarebbe dire auspicabile, che tali differenze si mantenessero inalterate anche nella trasposizione cinematografica. E così è stato.
Prima però di addentrarci in un discorso di vero e proprio confronto fra le due parti, mi sembra opportuno porre l'accento sul primo grande merito di Jackson e della sua crew: ovvero quello di aver mantenuto assolutamente intatto lo spirito, l'atmosfera, la magia del primo capitolo. In pratica solo vedendo "Le Due Torri" è stato possibile comprendere appieno il reale progetto di cui il regista neozelandese va tanto fiero, e cioè la realizzazione di un film unico mastodontico che per ovvie ragioni di mercato vedrà la luce in tre momenti distinti.La parola d'ordine questo riguardo, quindi, è quella di "continuità", di "compattezza", sia sul piano visivo sia su quello concettuale poiché non esiste in sostanza stacco fra un episodio e l'altro; la netta impressione che lo spettatore riceve è di essersi appena riseduto in poltrona per assistere al secondo tempo di un film straordinario il cui intervallo è durato un po' più a lungo del solito…dodici mesi, invece dei soliti dieci minuti.
Nonostante però quest'incredibile unicità stilistica, come annunciato, le differenze fra le due pellicole sono molto evidenti e coinvolgono molteplici livelli d'analisi, che qui cercheremo di spiegare brevemente. In assoluto il più lampante è quello che riguarda la struttura de " Le due torri" che di contro allo svolgersi lineare, compatto ed unitario de "La Compagnia" presenta un impianto narrativo basato su una tripartizione della vicenda in storie che avvengono tutte contemporaneamente e che conferiscono al film un andamento scomposto, a tratti schizofrenico e molto più avvincente, sottolineato dalla presenza di maggior azione e movimento.
Dalla nuova complessità dell'intreccio deriva la sostanziale diversità di intendere i personaggi, sia come gruppo che come singoli, poiché se il primo episodio aveva la Compagnia come fondamentale protagonista, inteso come un tutt'uno e fondata certo sui singoli ma tutti al servizio della stessa, adesso le cose sono diverse. Innanzitutto ciò si deve al fatto che la Compagnia originaria s'è sciolta e spaccata in tre sottounità e al fatto che intercorrono numerosi personaggi nuovi, ma occorre anche rilevare che sono i protagonisti stessi ad essere cambiati, i loro ruoli e compiti si hanno più specifici e ne deriva un senso di maggiore individualità, nonostante continui a trattarsi di una grande storia corale. Si possono portare tre semplici esempi d'evoluzione in chiave individualistica di alcuni protagonisti: per primo Sam che vede crescere sempre più le sue responsabilità nei confronti del padrone, ormai quasi incapace di reagire all'oscuro richiamo dell'Anello, e che si vede costretto ad accantonare le sue paure per amore di Frodo, che senza il suo aiuto fallirà nella sua missione, ma poi anche Gandalf, ritornato alla vita dopo la lotta col Balrog oltre lo spazio ed il tempo, che ora si presenta come il Bianco Cavaliere che s'adopera per portare speranza e consiglio alla razza degli Uomini ormai stanchi, divisi ed apparentemente senza futuro. Ma per dare agli Uomini e a tutta la Terra di Mezzo un futuro è necessario un nuovo, potente e carismatico leader che crei coesione laddove regna il sospetto e la distanza, occorre qualcuno che si sobbarchi non solo le fatiche di questo difficilissimo compito, ma che ne accetti soprattutto le responsabilità e le conseguenze, qualcuno che per tutta la vita ha cercato di evitare tutto ciò credendo di non esserne in grado, qualcuno come Aragorn, l'indiscusso protagonista de Le due torri. Il futuro re deve fugare i suoi dubbi e le sue paure per riunificare i popoli e per dare nuova dignità alla stirpe degli Uomini, che come nella storia immaginata così come in quella reale sembra veramente averne un gran bisogno.
A mio parere, la maggiore consapevolezza dei personaggi di essere chiamati a grandi imprese non soltanto è suggerita dallo svolgersi concreto della vicenda, ma anche, e soprattutto, è data dall'assoluta predominanza dell'atmosfera epica nel nuovo capitolo della trilogia. Certamente anche ne "La compagnia dell'Anello" c'era un amplissimo respiro epico e uno straordinario lirismo, ma qui i riferimenti all'epos antico e alto- medioevale si fanno, senza dubbio, più espliciti. E' risaputo che Tolkien fosse un profondo conoscitore non solo dell'Iliade, il più grande testo epico della cultura occidentale d'ogni tempo, ma anche delle Saghe scandinave, prima fra tutte l'"Edda" di Snorri Sturluson, da cui attinse molto nel suo processo creativo, e tutto ciò è molto evidente nel nuovo film (basti pensare alla splendida scena in cui Theoden si prepara per la battaglia che ricalca passo passo il rituale omerico della vestizione dell'eroe), ma Jackson ha saggiamente scelto di andare oltre. La scelta cui ci troviamo di fronte è di storicizzare l'epos e il fantastico, di conferire loro, cioè, una qualche collocazione in un passato che appare reale anche se lontanissimo ed avvolto nelle nebbie del tempo, non sorprende affatto che il regista si sia ispirato a grandi film storici come "Spartacus" o "Braveheart". Dietro un'importante decisione del genere risiede la volontà di attualizzare non tanto il fatto narrato, quanto il significato che esso assume, il peso che ha in un'epoca come quella di oggi, che sembra non differire molto da quella in cui il grande docente di Oxford iniziò a pensare e scrivere il suo capolavoro.

Marta Ravasio

Vai a:
Scheda film Il Signore degli Anelli - Le due Torri
Scheda film Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello
Sito ufficiale


home news Ciak! Si gira... interviste festival schede film recensioni fotogallery vignette link scrivici ringraziamenti credits

Settimanale di informazione cinematografica - Direttore responsabile: Ottavia Da Re
Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Venezia n. 1514/05 del 28 luglio 2005
Copyright © www.quellicheilcinema.com. Tutti i diritti sui testi e sulle immagini sono riservati - All rights reserved.