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DANIEL DAY-LEWIS

Da Newland Archer a Bill "il macellaio"

Fra tutti gli attori della sua generazione, Daniel Day-Lewis è forse il meno stressato dalla carriera e dall'ansia di protagonismo.
Dal 1997, anno in cui era uscito The Boxer di Jim Sheridan, aveva smesso di recitare per trasferirsi a Firenze riscoprendo il piacere dell'anonimato.
Ci è voluto Martin Scorsese per convincerlo a tornare sul set. Con un progetto colossale: Gangs of New York. 137 giorni di lavorazione a Cinecittà al fianco di Leonardo DiCaprio, Cameron Diaz, Jim Broadbent e John C. Reilly.
Nel film è Bill Cutting, detto "il macellaio", leader del partito anti-immigrazione della New York del 1800; una delle figure chiave di Five Points, nonché l'antagonista di Amsterdam Vallon (il personaggio di DiCaprio), tornato dopo anni di riformatorio per vendicare la morte del padre, Padre Vallon, caduto proprio per mano del "macellaio".
Definirlo "il cattivo" sarebbe criminale. E per più di una ragione.
Limitarsi a parlare del personaggio di Daniel/Bill come del cattivo del film liquiderebbe in modo imperdonabilmente sbrigativo un ritratto realizzato con perfezione e precisione spaventose. E grazie alla strepitosa prova di Day-Lewis, Bill Cutting risulta il personaggio meno piatto e stereotipato dell'intero Gangs of New York.
"Bill è un uomo dalle convinzioni granitiche" ha spiegato, "Ma ha un senso dell'onore molto punitivo, specie in rapporto a Padre Vallon, una specie di 'sé idealizzato' che in vita e in morte pone a Bill l'interrogativo ultimo su quanto valga la sua esistenza. E' una domanda molto complessa con cui convivere".
Noto come method actor che non abbandona mai l'immedesimazione nel ruolo per tutto il tempo delle riprese, Day-Lewis ha studiato per sei mesi il personaggio del "macellaio". Ha appreso lo stile di combattimento dell'epoca, ha alimentato la rabbia ascoltando le canzoni di Eminem, non ha mai smesso di usare la cadenza di Bill, ha fatto un periodo d'apprendistato con un macellaio. Non ha lasciato nulla di inesplorato.
"Per il ruolo, tutte quelle porte che avevano su scritto VIETATO L'INGRESSO a caratteri cubitali - ecco, io le ho sfondate tutte senza bussare".
Il personaggio di Bill "il macellaio" è stato costruito con paziente accuratezza. La costumista Sandy Powell ha infatti affermato d'essersi divertita a ideare soprattutto il suo guardaroba. "Daniel voleva accentuare la sua altezza" ha raccontato, "Il personaggio, in molte scene, indossa uno spolverino. Questo spolverino accentua l'altezza di Daniel e la sua magrissima corporatura. Daniel è slanciato, noi abbiamo accentuato questo aspetto, facendolo sembrare ancora più alto e magro, con dei capi molto attillati".
Dice Day-Lewis: "Prima dell'inizio delle riprese, io e Sandy abbiamo potuto incontrarci a Dublino e scambiarci delle idee. Un mese dopo, con mia somma sorpresa, ho visto il guardaroba che aveva creato per me e - beh, sono rimasto stupefatto. Non immaginavo che il mio personaggio fosse così vanitoso".
La pioggia di premi che sta piovendo sull'interpretazione di Daniel non ha bisogno di commenti. Forse è un altro buon motivo per non riferirsi al "macellaio" come a un semplice "cattivo".
"A mio giudizio, per quanto fuorviato" nota l'attore, "considerati i tempi e il quartiere in cui è vissuto, Bill è un uomo d'onore. E, grazie a Dio, un uomo spiritoso".
Per Day-Lewis non è la prima esperienza su un set di Martin Scorsese. Nel 1993 era stato Newland Archer, il protagonista maschile de L'età dell'innocenza, adattamento dell'omonimo romanzo di Edith Wharton. Una figura divisa fra i legami alle convenzioni sociali di due secoli fa, incarnati anche dalla promessa sposa May (interpretata da Winona Ryder), e l'amore impossibile per la contessa Ellen Olenska (Michelle Pfeiffer), digiuna di ipocrite regole d'etichetta. Lo scenario? Ancora la New York del 1860. Vista dai quartieri alti, però. E una situazione speculare a quella di Gangs of New York. Se Bill Cutting sta al di sopra delle leggi non scritte che regolano la convivenza sociale, usandole e rispettandole a suo modo, Newland Archer dalle sue regole (per quanto diverse) è schiacciato, e ad esse si troverà a dover sacrificare -in qualche modo- la vita.
Nato il 29 aprile del '57 e figlio del celebre scrittore Cecil Day-Lewis, Daniel è cresciuto in una famiglia di cinque fratelli a pane e letteratura.
Ha debuttato sul grande schermo nel 1971 con Domenica maledetta domenica di John Schlesinger e si è imposto all'attenzione del pubblico con My Beautiful Laundrette e Camera con vista.
Ma per tutti gli anni Settanta e per i primi anni Ottanta Daniel non ha mai abbandonato il teatro. Gli studi alla Bristol Old Vic School lo hanno portato a recitare con la Bristol Old Vic Theater Company, con la Royal Shakespeare Company e con il Royal National Theater. Tra le pièces di cui è stato protagonista, Another Country, Futurists e Amleto.
Al cinema, una delle sue più grandi interpretazioni arriva in Il mio piede sinistro di Jim Sheridan, in cui interpreta il più giovane di tredici fratelli affetto da paraplegia. Per tutta la durata delle riprese non abbandona la sedia a rotelle. L'Oscar come miglior attore è il risultato. Riservato e sfuggente, Daniel non ha mai amato mettersi in mostra. E non importa che il gossip rosa si sia sprecato ricamando all'infinito sul suo presunto aver informato via fax Isabelle Adjani (incinta) che la lasciava. O sulle inutili voci di una sua storia con Winona Ryder. Impallidisce tutto quando una seconda nomination all'Oscar celebra e consacra il talento di Mr Day-Lewis nell'interpretazione di Gerry Colon, un hippy irlandese ingiustamente arrestato per due stragi attribuite all'Ira in Nel nome del padre.
È il 1994, il film è uscito nel 1993. L'anno prima L'ultimo dei Mohicani di Michael Mann aveva fatto di Daniel una delle più grandi star del cinema hollywoodiano e non solo.
È proprio allora che inizia a lavorare con ritmi sempre più lenti. Dopo L'età dell'innocenza lascia passare quattro anni per tornare sul set e girare La seduzione del male di Nicholas Hytner, dalla pièce The Crucible di Arthur Miller. Ritrova Winona Ryder, ma soprattutto conosce Rebecca Miller, la figlia del drammaturgo. Con lei, dopo aver girato The Boxer, prende casa a Firenze; viene assunto da un laboratorio specializzato in realizzazione di scarpe su misura da uomo e, con la moglie e il figlio Ronan, che oggi ha quattro anni, resta "occupato a vivere".
Fino alla chiamata di Scorsese nel 2000.
"Ricordo che durante le riprese de L'età dell'innocenza ci sentivamo tutti incredibilmente fortunati per aver avuto la possibilità di trascorrere del tempo con Marty" racconta Daniel. "Con lui sono riuscito a stabilire un modo magnifico di lavorare. Inutile dire che mi fido di lui ciecamente, e che mi è sembrato perfetto poter tornare a lavorare con lui".
Le critiche all'interpretazione di Bill sono entusiaste; e anche chi in America non ha apprezzato Gangs of New York ha dovuto inchinarsi al genio versatile di Day-Lewis, a questa nuova tappa nel percorso di un attore che sullo schermo - forse più di ogni altro - ha saputo portare la verità.

Alessandro Bizzotto

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Sito ufficiale del film: http://www.gangsofnewyork.com
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